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Gioia Tauro, la “faida” familiare interna al clan fra tradimenti e interessi economici

Pino “Facciazza” rimproverava ai fratelli Gioacchino e Antonio di essersi arricchiti alle sue spalle mentre il figlio Antonio era in carcere, delegando la gestione della cosca ad altri affiliati per paura essere arrestati

C’era un vuoto di potere evidente all’interno della cosca quando Pino Piromalli tornò a Gioia Tauro nel 2021, dopo 22 anni di carcere. A questo si sommava anche una frattura tra le diverse componenti della famiglia. Il boss se ne rese subito conto e iniziò una personale battaglia contro i suoi fratelli Gioacchino (classe ’34) e Antonio (classe ’39), che accusava di avere preferito fare soldi (alle sua spalle) delegando la gestione della “famiglia” ad alcuni affiliati per paura di essere arrestati. Un atteggiamento che per l’anziano boss era inconcepibile. Un rancore alimentato dalla detenzione del figlio: «Avete mangiato tutti e mio figlio fa la galera... e voi vi siete riempiti le borse...».
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