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Gioia Tauro, il punto debole di Pino Piromalli? La beneficenza del fratello luminare

Nelle intercettazioni dell’inchiesta “Res Tauro” l’esplosione di rabbia del boss gioiese per la decisione di Domenico di dare ai poveri la sua quota di un immobile indiviso

Milano, reparto di senologia dell’Istituto Nazionale dei Tumori. Un corridoio silenzioso, il passo deciso, il camice bianco che racconta chi sei non da dove vieni. Domenico Piromalli qui è “il professore”: più di quattromila interventi, rigore e calma, un punto di riferimento per pazienti e colleghi. Qui il cognome non pesa: è solo il nome di un medico che sa guardare le persone negli occhi, anche quando portano addosso la paura.
A mille chilometri di distanza, nel cuore della Piana di Gioia Tauro, lo stesso cognome significa tutt’altro. Qui Piromalli è sinonimo di potere, di carcere, di latitanza. È il regno di Pino, detto “Facciazza”, il fratello boss. Ed è lui, intercettato dagli inquirenti nell’inchiesta “Res Tauro”, a restituire in poche frasi il divario insanabile tra due mondi. «Ai poveri! Ai poveri!» ripete con sarcasmo. Poi, quasi gridando: «Non ti dimenticare che hai un fratello che ha fatto 22 anni di carcere e 7 di latitanza... e tu, invece, fai beneficenza! Immagine sana... di ‘sta coppola di...!».
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