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Non solo Bronzi, al Museo archeologico di Reggio un viaggio alle origini della storia

Chi si reca per la prima volta in visita al Museo archeologico nazionale di Reggio a è spesso attratto dalla notorietà dei Bronzi di Riace, le “star” assolute dell'arte greca del V secolo a. C., conosciute in tutto il mondo. Una volta entrati al Museo, però, qui si apre uno straordinario scrigno di preziosi reperti provenienti dagli scavi in tutto il territorio regionale. E subito si comprende perché il MArRC sia diventato, nei pochi anni dalla sua riapertura e grazie a un illuminato programma di valorizzazione del direttore Carmelo Malacrino, il “grande attrattore culturale” non soltanto calabrese.

La visita della collezione museale sui 4 livelli espositivi è, infatti, come una “navicella spaziale” che conduce in uno straordinario viaggio nel tempo nella Calabria antica, fino alle origini della storia umana, per arrivare alla tarda età romana. Tanti “tesori” sorprendono lungo il percorso espositivo permanente, in innumerevoli “paesaggi culturali” che, insieme allo splendido panorama sullo Stretto che è possibile ammirare nelle Notti d'Estate, con le aperture straordinarie serali di giovedì e sabato (fino a settembre), rendono il MArRC davvero un “luogo di meraviglie”, come recita uno slogan promozionale del Museo.

Non meno suggestiva è piazza Paolo Orsi, all'ingresso di Palazzo Piacentini, su cui si affaccia la sala dei Bronzi. Il benvenuto ai visitatori è offerto dalle cosiddette “mostre d'accoglienza”: piccole esposizioni temporanee che propongono, senza alcun sovrapprezzo, percorsi tematici per conoscere meglio alcuni reperti della collezione museale, spesso presentati in queste occasioni per la prima volta dopo gli interventi di restauro. In questo spazio, fino al 25 agosto, è possibile visitare la mostra “Diego Vitrioli. Un raffinato collezionista nella Calabria dell'Ottocento”. Si tratta di un “ritratto” inedito del “principe dei letterati” - come lo definì Papa Leone XIII - curato dal direttore Malacrino, in collaborazione con l'associazione culturale “Diego Vitrioli”, per celebrare il bicentenario della nascita dell'illustre letterato. Tra gli oggetti esposti in primo piano c'è uno spettacolare cratere (vaso utilizzato per mescere acqua e vino) a campana a figure rosse del IV secolo a.C., che apparteneva alla collezione archeologica di Vitrioli.

«L'idea di questa mostra è nata proprio dalla presenza di questo vaso nei depositi del Museo - racconta il direttore Malacrino -. Così, abbiamo voluto ricordare questa illustre personalità calabrese in un ritratto culturale a tutto tondo, valorizzando la sua figura di cultore dell'antichità». Tanti gli oggetti in mostra che maggiormente attirano l'attenzione del visitatore. C'è anche la medaglia d'oro che il poeta vinse giovanissimo al primo prestigioso Certamen poeticum Hoeufftianum, raccontando in versi le emozioni della pesca del pescespada.

L'evento della stagione è la mostra “Paolo Orsi. Alle origini dell'archeologia tra Calabria e Sicilia”, allestita in collaborazione con il Museo archeologico regionale “Paolo Orsi” di Siracusa su un progetto co-finanziato dalla Regione Calabria, che sarà possibile visitare fino all'8 settembre. Un appuntamento da non perdere per gli amanti della cultura e dell'arte. Un'affascinante narrazione espositiva, sulle orme dell'illustre ricercatore, considerato tra i fondatori dell'archeologia moderna.

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