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Reggio Calabria, ecco “Banksy sullo Stretto”. Quando l’arte è impegno civile

Per la prima volta a Reggio una mostra di opere dello street artist più famoso del mondo (ma ignoto)

Una «mostra sinottica, un piccolo prontuario di facile accesso che fa da indice d’orientamento, una bussola espositiva con cui varcare la prima soglia e introdursi nel complesso immaginario di un artista chiamato Banksy». È, questo, un estratto della presentazione di “Banksy sullo Stretto. Arte e impegno civile", esposizione non autorizzata (nel senso che l'artista non è direttamente coinvolto) a cura di Stefano Antonelli e Gianluca Marziani, presentata e inaugurata ieri mattina al Palazzo della Cultura “Pasquino Crupi”, dove sarà visitabile sino a febbraio prossimo.

In conferenza stampa Pietro Folena, presidente di MetaMorfosi Eventi – da anni promotore di mostre sullo street artist inglese in Italia e altrove – , il vicesindaco metropolitano Carmelo Versace, il consigliere metropolitano delegato alla Cultura Filippo Quartuccio e la dirigente di settore Giuseppina Attanasio. Tutti concordi nell'evidenziare l'importanza dell'evento che vede per la prima volta in Calabria un allestimento delle opere di uno dei maggiori esponenti dell'arte urbana (da non confondere con i "graffiti", considerati una categoria a sé, visualmente e concettualmente differente).
Le opere di Banksy a sfondo satirico, politico e sociale – dalla ragazza con il palloncino al lanciatore di fiori, passando per i poliziotti che si baciano – lo hanno reso un’icona mondiale della street art, forse anche aiutate dal mistero sulla sua identità che, a tutt'oggi, permane intatto.

Ventisei serigrafie che «enfatizzanno la forma liquida della matrice replicabile – rilevano i curatori – un'idea che nasce con Andy Warhol e accelera nel tempo degli algoritmi, quando l'informazione esplode verso il generico e la conoscenza implode verso il particolare», ed ecco Banksy «ingigantire la platea del pubblico, amplificando l'accesso ai suoi contenuti, assecondando la sintesi dei nuovi media, semplificando il dialogo tra sguardo e messaggi».
A Palazzo Crupi è possibile ammirare tra l’altro "Grim Reaper" (il "tristo mietitore": quella esposta è una delle 300 serigrafie del medesimo soggetto) apparso per la prima volta nel quartiere Old Street a Londra ma cancellato durante la campagna anti-graffiti attuata dal Comune londinese nel 2007; "HMV" (His master voice) ovvero "La voce del padrone" del 2003, comparsa a Bristol (città natale dell'artista) come stencil di varie dimensioni e colori. E ancora "Get out while you can", "Love rat" e "Welcome to hell" tutte del 2004 come pure "Barcode" (prima immagine in cui l'artista utilizza il codice a barre, apparsa sul muro di una casa a Bristol tra il 1999 e il 2000) e "Laugh now" (dove il cartello al collo della scimma recita "ridi adesso ma un giorno saremo noi a comandare", commissionata da un locale notturno a Brighton).

Quindi la notissima "Love is in the air", conosciuta anche come "Flower thrower", ossia il lanciatore di fiori apparso per la prima volta nel 2003 come stencil a Gerusalemme, sul muro costruito per separare israeliani e palestinesi nell’area della West Bank. Un muro che, secondo l'artista britannico, «...essenzialmente trasforma la Palestina nella prigione all'aperto più grande del mondo».

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