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Vittorio Sgarbi a Reggio: i Bronzi? Le opere contemporanee più importanti d’Italia

«Personalmente ritengo i Bronzi di Riace le più importanti opere contemporanee che abbiamo in Italia», è un passaggio dell’intervento del sottosegretario ai Beni culturali Vittorio Sgarbi, ieri a Reggio Calabria, al Museo archeologico nazionale, alla conferenza sui 50 anni di studi e ricerche sulle due statue. «Anche se hanno millenni di storia – ha aggiunto Sgarbi – e la loro bellezza classica, ineguagliabile rispetto ad altre statue classiche, sono diventati campioni mondiali di notorietà solo dal 1981, quando un grande Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, li ha voluti fare esporre a Roma, al Quirinale, per poi consegnarli al Museo di Reggio Calabria. Da allora il Marrc ha posto la Calabria al centro del sistema culturale d’Italia». Un Museo che ha definito «straordinario, costruito per i Bronzi, ma che contiene tantissime altre bellezze. Un museo di prim’ordine».

Sgarbi, che non ha mai nascosto il suo amore per i Bronzi di Riace («Dal ’72 vivo nella luce dei Bronzi: è come se appartenessero anche a me. Sono il vero ponte che unisce la tanto affaticata, abbandonata regione più dimenticata dallo Stato»), è tornato in riva allo Stretto in veste di rappresentante di governo, per la prima giornata di confronto tra studiosi e ricercatori. A tenere banco ieri mattina anche il ritrovamento dei bronzi di San Casciano, in Toscana, che secondo Sgarbi rappresentano «un omaggio che la terra ha voluto fare in occasione del 50. del ritrovamento dei Bronzi di Riace che sono imparagonabili, per la loro stessa natura estetica, e sono tra le opere più alte espresse dalla civiltà antica. Quelle di San Casciano sono opere di produzione media e di qualità media, comunque interessanti e che stabiliscono un nesso tra gli etruschi e i romani. Dire, però, che le 24 statuette sono come i Bronzi di Riace è un'eresia».

Sul futuro del Bronzi e sulla loro valorizzazione Sgarbi ha poi affermato: «Occorre capire cosa si intende fare, la loro persistente presenza a Reggio Calabria rende la Calabria una capitale. Una scuola di pensiero intende che debbano stare qui in eterno, senza mai muoversi, e su questo non voglio pronunciarmi, ma parlerò con Roberto Occhiuto affinché la loro importanza nel mondo corrisponda alla parola mondo».

Dopo i saluti delle istituzioni e degli ospiti, tra cui Giusi Princi, vicepresidente della Regione Calabria (che ha promosso e sostenuto economicamente gran parte degli eventi in occasione dell’anniversario), dell’Arcivescovo metropolita mons. Fortunato Morrone, del sindaco f.f. metropolitano Carmelo Versace, dell’assessora Irene Calabrò, la giornata si è sviluppata attorno agli interventi di studiosi e ricercatori, con un particolare ricordo di Paolo Moreno. Moderatore è stato il soprintendente ai Beni archeologici della Calabria, Fabrizio Sodano, segretario regionale del Mic. Il professore ed archeologo Daniele Castrizio, componente del comitato scientifico, si è addentrato sullo studio dei Bronzi di Riace tra interpretazioni e ipotesi, approfondendo la figura di Paolo Moreno, scomparso a marzo del 2021. Poi è toccato ai professori Luigi Fozzati ed Andrea Camilli, anch’essi del comitato scientifico, che hanno relazionato sui rinvenimenti di reperti bronzei nel Mediterraneo.

I Bronzi di Riace, è stato detto, non sono solo due preziosi reperti, ma rappresentano un intero ecosistema culturale, quello della Magna Grecia, quello del cuore del Mediterraneo. Oggi e domani, sempre sulla terrazza del Marrc, si confronteranno studiosi e ricercatori di tutto il mondo.

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