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“PPP Amore e lotta” a Reggio. Attraverso Pasolini un viaggio ideale nella memoria di tutti

Un Pasolini intimo e inedito, racchiuso nell’intreccio familiare, è quello al quale dà voce e anima Americo Melchionda, uno dei protagonisti principali di “PPP Amore e lotta”, la nuova produzione che Officine Jonike Arti- riconosciuta dalla Regione Calabria come Impresa di Produzione teatrale, dedica al grande intellettuale.

Lo spettacolo debutta in anteprima domani alle 21.00 al teatro “F. Cilea” di Reggio Calabria, riproducendo, in un’atmosfera surreale e atemporale, i sogni, gli incubi e i desideri di Pasolini e lasciando allo spettatore l'interrogativo se il protagonista in scena sia già morto o stia solo sognando. Ciò sullo sfondo di un drammatico caleidoscopio di presenze; la tenerezza disperata di un uomo, di un poeta, di un fratello e di un figlio, strappato tragicamente alla sua vita.

«Non ci siamo fermati a quello che sarebbe potuto essere un semplice omaggio alla memoria di Pier Paolo Pasolini, ma abbiamo intrapreso un viaggio nella memoria di tutti noi. Perché il messaggio di “PPP Amore e lotta – Dico il vero”, è quello di battersi per il nostro amore, senza mai smettere di amare la lotta», sottolinea il regista Matteo Tarasco, figura di spicco del teatro italiano e internazionale. Dunque, una grande sfida attende Americo Melchionda: vestire i panni di personaggio non solo dal grande spessore come PPP ma anche dalla forte complessità: intellettuale, cineasta, scrittore e poeta.

«Sono diversi i momenti che nella mia interpretazione attraversano l’uomo Pasolini: fragilità, incomprensione, rabbia, disperazione, dentro quell’atmosfera rarefatta e “lattiginosa” che si spiana davanti all’inesorabilità della morte, finendo con l'esaltare nella ricerca del personaggio il sentimento della “mancanza”. Ci siamo confrontati – spiega Melchionda-, a lungo con l’autrice Katia Colica, e con il regista Matteo Tarasco, scegliendo di affrontare il Pasolini intimo degli ultimi istanti di vita, sospeso in una sorta di limbo tra la lucidità di un corpo vivo e la morte violenta che, all’improvviso, lo coglie all’idroscalo di Ostia. Ed è proprio in questa nuova situazione di fragilità che PPP, con suo stesso stupore, riscopre il suo grande desiderio di incontrare il compianto fratello Guido, ucciso giovanissimo nell’eccidio di Porzus, e la madre Susanna, che rappresentano il nucleo familiare a lui tanto caro. Non è stata una ricerca attoriale facile; tutt’altro, ma molto ha fatto la complicità degli altri attori, Maria Milasi e Andrea Puglisi, nei panni della madre e del fratello; con loro – conclude Americo Melchionda-, abbiamo intrapreso un viaggio in un tempo sospeso per offrire al meglio, al pubblico che spero apprezzi, la figura di PPP”.

Dunque, non resta che attendere che s’alzi il sipario su questo spettacolo originale e particolare, emotivamente coinvolgente, ricco di riferimenti storici ma anche psicologici, e che si avvicina a una figura cardine del Novecento italiano con profondità e rispetto.

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