Reggio

Giovedì 24 Ottobre 2024

“Urban Decay”, a Reggio l’arte effimera di Tania Azzar per rianimare piccoli angoli urbani

«Da sempre i luoghi abbandonati hanno affascinato l’uomo… ma bisognerebbe rispettarli e valorizzarli, non deturparli». Un assunto di una semplicità disarmante, ciò che la logica detta ma che poi impatta duramente con il contesto reale. Come sia, dalla riflessione iniziale matura “Urban Decay”, un «mini progetto di arte effimera per la rianimazione di piccoli angoli urbani…». Lo spiega così l’ideatrice, Tania Azzar, non nuova ad incursioni sul territorio per lasciare un’impronta non solo artistica ma che inviti anche alla riflessione e, possibilmente, alla cura di ciò che circonda ciascuno di noi. E quindi, come già fatto lo scorso anno con “Underpass” nei sottopassi ferroviari tra Pellaro, Bocale e Lazzaro - dove il “segno” di street art lasciato durò tanto poco da non alimentare abbastanza la curiosità sul messaggio che si voleva lanciare -, l’artista italo-francese che vive e opera a “Bocalville”, il suo atelier affacciato sullo Stretto dove dipinge, scolpisce e crea monili in rame, ha intrecciato la sua strada con una lettrice di tarocchi. Che estrae la carta del diavolo, «carta della negatività e del ristagno energetico, riflesso di una decadenza urbana persistente. Tante volte questo scempio visivo non dipende neppure solo dall’amministrazione – osserva Azzar – ma da noi esseri umani che abitiamo i luoghi. Li abitiamo e li facciamo diventare simili a noi. Il male interiore si fa materia e ci mostra il suo volto. Musa ispiratrice ilaria@latarologa, sono nove schizzi a tempera che ho dipinto con pennelli grezzi a mo’ di schizzo veloce e ritagliato in sequenza – spiega l’artista –. Poi sono stata ad incollarli in giro (per Reggio, ndr) imbattendomi in odori e visioni memorabili…». E nel brevissimo video creato ad hoc, e che già circola sui social con alto gradimento, Tania ci porta con sé nel suo percorso per rianimare il degrado. Perché «anche dei posti difficili e oscuri possono riacquistare il loro senso attraverso l’arte», sostiene una che di street art se ne intende: suoi murales, sia commissionati dalla Città metropolitana che frutto di bandi di singoli Comuni o incarichi privati, si trovano sparsi tra Sant’Alessio, San Giorgio Morgeto, Bova Marina, Motta - Lazzaro, San Lorenzo, San Procopio. A Gioia Tauro lo scorso anno è stato inaugurato il suo murale dedicato a Giovanni Palatucci, già questore di Fiume, morto nel 1945 nel campo di prigionia di Dachau, medaglia d’Oro al Merito Civile, riconosciuto “Giusto tra le nazioni” per aver salvato dal genocidio molti ebrei stranieri e italiani: opera commissionatale dalla Questura di Reggio Calabria. Nella nostra città, di recente Tania Azzar ha anche collaborato con il collettivo milanese “Orticanoodles” alla realizzazione dello splendido ed esteso murale realizzato al Parco Lineare Sud. Altro luogo “in progress” che, sebbene incompleto e “non inaugurato”, ha un altissimo potenziale a beneficio non solo dei residenti. Ma se pescare nella fogna (letteralmente!) viene spacciato per pratica accettabile… “Urban Decay” attraverso la bellezza dell’arte, effimera in questo caso ma che comunque ingentilisce, desidera vedere e far vedere la luce in fondo al tunnel, quello sprazzo che ti scuote e ti infonde speranza. «Pace e arte a tutti» (Tania cit).

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