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Porto di Gioia Tauro, licenziamenti confermati: i portuali si fermano

Una protesta a Gioia Tauro nei giorni scorsi

Hanno sospeso le attività di carico e scarico dei container i portuali di Gioia Tauro. La decisione di fermare il lavoro con decorrenza immediata è stata presa dopo che Medcenter Container Terminal, in occasione di un incontro in prefettura a Reggio Calabria, ha confermato di voler effettuare nuovi licenziamenti.

In due distinte riunioni il prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari aveva chiesto a Medcenter di sospendere i licenziamenti in vista di un tavolo al ministero delle Infrastrutture da lui richiesto per tentare di affrontare e risolvere i problemi che hanno fatto nascere il conflitto interno alla società tra i due soci, Contship Italia da una parte e Msc dall'altra.

Il tentativo del prefetto, che ha chiesto all'azienda di differire i licenziamenti all'esito del tavolo ministeriale, aveva lo scopo di individuare possibili soluzioni anche con l'intervento del governo.

I portuali hanno però deciso di fermarsi dopo aver appreso della posizione dell'azienda.

Le segreterie nazionali e regionali della Calabria di Cgil, Cisl e Uil, hanno scritto al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ed ai ministri dei Trasporti, Danilo Toninelli, e del Sud, Barbara Lezzi, esprimendo preoccupazione «dopo l’annuncio della società Medcenter, azienda terminalista operante nel Porto di Gioia Tauro, di voler attivare le procedure per il licenziamento del personale in esubero, in un numero maggiore rispetto alla procedura precedente, dopo i 377 già transitati nell’agenzia portuale che dovevano essere riqualificati e ricollocati. Riteniamo - evidenziano i sindacati - che le lunghe trattative, di fatto un vero e proprio scontro tra i due azionisti soci del Terminal MCT, hanno prodotto un calo dei traffici nel porto, adducendo le responsabilità di tale calo l’uno all’altro socio e viceversa, mentre era stato chiaramente sottoscritto a luglio del 2016, che entrambi i soci dovevano mettere in atto investimenti per il rilancio delle attività portuali tali da riassorbire il personale in esubero».

Per queste ragioni, sostengono sempre i sindacati, «alla luce delle dichiarazioni rilasciate dai diversi ministri circa la volontà di rilancio del terminal portuale avvenute negli ultimi mesi, occorre porre fine a questo interminabile braccio di ferro che rischia di far chiudere definitivamente le speranze di ripresa del porto di Gioia Tauro. Riteniamo di dovervi chiedere - continuano le segreterie - la convocazione di un incontro presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri alla presenza dell’azienda terminalista Mct e del suo socio T.I.L. per una disamina congiunta dell’intera problematica, a partire dallo stato di attuazione dei protocolli sottoscritti, degli annunciati investimenti pubblici e privati per l’area Portuale e retroportuale che ricordiamo, ricadono nelle aree Zes della Calabria».

Nel frattempo, scrivono Cgil, Cisl e Uil, «chiediamo che non venga avviata nessuna procedura di licenziamento dei lavoratori che da oggi sono in stato di agitazione. Il sindacato non accetterà - concludono - che ancora una volta si utilizzi a Gioia Tauro il ricatto occupazionale per lotte di potere nazionali e internazionali per gli Hub portuali che nulla hanno a che fare con il rilancio del nostro Paese e del Mezzogiorno».

E il coordinamento dei dipendenti intanto, attraverso una nota del Sul, il Sindacato unitario dei lavoratori, dichiara: «Se non ha il coraggio di dimettersi, cedendo le quote azionarie, licenziamo Medcenter. La misura è colma. Medcenter non può pensare di continuare a ricattare il territorio, il Governo e i lavoratori minacciando nuovi licenziamenti. È ormai accertato che Til, socio in Medcenter, è pronto ad investire su Gioia Tauro e trova ostacolo da parte dell’altro socio, Contship - sottolinea Antonio Pronestì, del Sud nazionale - Una amara realtà che non può essere tollerata, visto i grandi sacrifici dei lavoratori che, dopo aver reso grande nel transhipment il porto di Gioia con la loro professionalità, sono oggetto di ricatto per una gestione disastrosa dello scalo forse a vantaggio degli investimenti che il Gruppo ha deciso di fare in altri porti».

«Tutti gli sforzi fatti dal Prefetto di Reggio Calabria, che ha mostrato grande sensibilità al problema - aggiunge il
dirigente del Sul - e quelli fatti dal Governo, dall'Autorità portuale e dalla Regione Calabria rischiano di essere vanificati dalla scelta imprenditoriale di Contship di non investire a Gioia Tauro. E se tale atteggiamento sarà confermato al Mit nella riunione già programmata per il 19 febbraio, pensiamo che vengano meno gli obblighi previsti dalla concessione cinquantennale in capo al concessionario Medcenter. In questo caso diventa improrogabile assumere le giuste decisioni per il bene dei lavoratori e del territorio calabrese. Bisogna incentivare chi vede in Gioia Tauro un’opportunità di sviluppo. Per questo progetto siamo pronti a lottare non escludendo l'ipotesi di licenziare Medcenter».

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