La speranza di vita per chi nasce e vive nell'area metropolitana di Reggio Calabria è di 82 anni; il reddito pro capite medico è di 12 mila euro all'anno e con i pensionati con percepiscono indennità di basso importo che sono il 15%. A Reggio va uno dei più tristi primati italiani per mobilità passiva sanitaria: il 22% ha scelto di curarsi fuori regione, solo le province molisane di Isernia e Campobasso fanno peggio.
A tutto questo va aggiunto che Sono questi alcuni dei dati che vengono fuori leggendo il rapporto dell'Istituto nazionale di Statistica che nei gironi scorsi ha reso uno studio a livello provinciale di tutta Italia sull'indice di benessere socio-economico. L'Istat fotografa l'andamento dei territori dal 2016 al 2018 e li divide sulla base di 56 indicatori statistici che nell'edizione 2019 sono articolati in 11 domini: salute; istruzione e formazione; lavoro e conciliazione dei tempi di vita; benessere economico; relazioni sociali; politica e istituzioni; sicurezza; paesaggio e patrimonio culturale; ambiente; innovazione, ricerca e creatività; qualità dei servizi.
Il resoconto del territorio derivante da questo studio è poco edificante: pochi studiano, molti emigrano per curarsi, manca il lavoro e la dichiarazione dei redditi parla di una popolazione in affanno.
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