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Superbonus, oltre l’ideologia. L’Ance di Reggio chiede una legge strutturale sulla rigenerazione urbana

L’incertezza normativa e le ventilate politiche di austerity del Governo contro gli incentivi rischiano di strozzare crescita economica e transizione ecologica minando la fiducia di cittadini e imprese

Michele Laganà

La situazione è critica e per questo motivo va affrontata con intelligenza e decisione. Il forte segnale di allarme in merito all’esigenza di prorogare i lavori in corso a valere sul superbonus di recente affidato ai canali di stampa da parte dell’Ance nazionale e di tutte le altre associazioni e sindacati della filiera delle costruzioni non può rimanere inascoltato da parte del Governo Meloni e del Parlamento italiano, pena la perdita improvvisa di centinaia di migliaia di posti di lavoro, l’insorgere di un enorme contenzioso tra condomini ed imprese e rischi seri di caos economico e sociale ben peggiori dei presunti costi per le casse dello stato di una breve dilazione della scadenza del prossimo 31 dicembre.

Lo sviluppo sostenibile e l’incertezza normativa

«La questione degli incentivi fiscali per l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza sismica del patrimonio immobiliare esistente non può essere trattata con un’impostazione ideologica tantomeno ragionieristica che trascurano la valenza strategica dei bonus in termini di sviluppo sostenibile, transizione ed innovazione ecologica e messa in sicurezza delle case degli italiani – dichiara il presidente di ANCE Reggio Calabria, Michele Laganà –. Soprattutto non appare accettabile tergiversare in uno sterile dibattito che alimenta l’incertezza normativa e che appare non occuparsi di sviluppare soluzioni alternative concrete per affrontare la necessaria transizione ecologica del settore e del Paese».
Senza voler sottovalutare l’importanza della stabilità anche finanziaria del nostro Paese, ma anzi proprio per questa riconosciuta centralità della tenuta dei conti pubblici, appare necessario considerare con attenzione gli effetti positivi dei bonus fiscali sull’economia nonché per converso i danni che possono essere provocati dalla mancanza di soluzioni di transizione e strutturali per supportare la necessaria riqualificazione del patrimonio immobiliare sia in termini di sicurezza energetica che sismica.

Sblocco dei crediti fiscali incagliati o famiglie e imprese sul lastrico

«In ogni caso, sia pur limitando il campo agli attuali valori economici dei lavori in corso di realizzazione a valere sul superbonus stimati in circa 30 miliardi di euro, occorre ribadire l’urgenza di un intervento normativo per consentire un tempestivo sblocco dei crediti fiscali incagliati ed il completamento degli interventi in fase di esecuzione in mancanza del quale si produrrebbero gravissime ripercussioni economiche anche e soprattutto sui conti dello Stato. Inoltre, con riferimento alle direttive comunitarie sulle “Case Green” – prosegue l’architetto Laganà – che nel contemperare le indispensabili politiche ambientali producono un impatto diretto sui valori immobiliari del bene casa, che rappresenta a tutt’oggi il principale mezzo di risparmio ed investimento per gli italiani, occorre evidenziare che in mancanza di strumenti efficaci di rigenerazione immobiliare centinaia di migliaia di cittadini resterebbero condannati ad una perdita cospicua, netta e repentina nei valori immobiliari del patrimonio posseduto e quindi nei loro risparmi».

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