
Si conclude l’iter dell’IGP Bergamotto di Reggio Calabria con l’attesa convocazione della Riunione di Pubblico Accertamento da parte del Ministero dell’Agricoltura. Era il dicembre 2023 quando il Comitato promotore per l’IGP “Bergamotto di Reggio Calabria” presieduto dall’agronomo Rosario Previtera, esultava per l’avvenuta approvazione ministeriale del Disciplinare di produzione dopo tre anni di istruttoria. Mancava l’ultimo step: la pubblica audizione, che non arrivò mai a causa del voltafaccia della Regione Calabria. A distanza di un anno finalmente il Comitato promotore e i bergamotticoltori esultano per la convocazione ufficiale del Ministero fissata per martedì 28 gennaio 2025 alla Cittadella Regionale di Germaneto.
Francesco Macrì, presidente di Copagri Calabria, ritiene che «finalmente si chiude un iter ma anche una farsa che ha ritardato l’ottenimento dell’IGP per più di un anno senza motivi. Come già più volte ho detto, l’iter per la Dop non era mai stato avviato dal Ministero e non verrà mai avviato. Con il comparto bergamotticolo in piena crisi, oggi l’IGP sarebbe stato utilissimo per sostenere il mercato del fresco. Dovremo aspettare la prossima campagna produttiva ma avremo il tempo per prepararci ad affrontare i mercati, quelli veri». Roberto Capobianco presidente nazionale di Conflavoro PMI evidenza che «la notizia della pubblica audizione ci rende felici. Con l’IGP. La filiera potrà respirare aria nazionale e internazionale e promuovere un prodotto unico fuori dai confini regionali con grande beneficio dell’occupazione e del reddito aziendale». Giuseppe Mangone presidente di Anpa Calabria-Liberi Agricoltori reputa la convocazione «un successo atteso dopo mesi di proteste e di assemblee pubbliche che hanno dimostrato da quale parte stesse la vera rappresentatività del Bergamotto di Reggio Calabria: più di 500 aziende bloccate da interessi consolidati da decenni e di pochi soggetti, ben sponsorizzati, che in termini di chili di essenza Dop prodotta non raggiungono nemmeno i 10 ettari. Soggetti ed enti che già hanno inviato lettere di avvocati al Ministero per continuare una battaglia persa».

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