«Quello di Gioia Tauro è un porto fondamentale per tutta la Calabria e per l’Italia intera.
Oggi ho incontrato al Mit le sigle sindacali e i rappresentanti diretti dei lavoratori dello scalo. Mi ha colpito ancora una volta l’assenza del terminalista Mct. Si tratta dell’ennesimo segnale negativo, di disinteresse, di cui lo Stato concedente non può non tener conto». Lo scrive il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, su Facebook.
«I lavoratori», aggiunge l’esponente dell’esecutivo, «sono giustamente preoccupati, allarmati per le sorti del porto. La situazione è delicatissima e il Governo, con in testa il mio ministero, la segue con la massima attenzione sin dall’inizio del nostro mandato.
In questi mesi», prosegue Toninelli, «si è interloquito con entrambe le parti, Mct ed Msc, e si è trattato lungamente per riavviare gli investimenti che servono ad affrontare le sfide della logistica globale. Ma il comportamento di MedCenter, al di là della concretezza o meno della procedura di licenziamento per 500 persone, non può che spingerci a un’azione risoluta.
Chiederemo a Msc, che ha l’altro 50% della concessione, di formalizzare, nero su bianco, il suo fattivo impegno e le promesse fatte rispetto a importanti obiettivi di rilancio che dovrebbero condurre il porto ai 4 milioni di Teu entro due anni. Dall’altra parte, Mct dovrà fare altrettanto: lo Stato concedente è pronto a tutto per salvare e rilanciare Gioia Tauro. Naturalmente abbiamo a cuore la continuità in banchina.
Abbiamo delineato in tal senso un percorso di qualche settimana, sul quale chiediamo la massima collaborazione ai lavoratori. Sappiamo che per loro è un momento difficile e siamo totalmente dalla loro parte. Ma una gestione ordinata delle attività, in questa fase, aiuterà le nostre iniziative a conseguire i risultati sperati.
Nel frattempo, formalizzeremo alcuni passaggi: Mct saprà quali saranno le conseguenze di una perdurante condotta di elusione degli obblighi concessori. Sarò in Calabria la settimana prossima, ancora una volta, in modo da testimoniare la mia massima attenzione per questa terra e i suoi bisogni.
Perché l’Italia non riparte se non riparte il Meridione», conclude Toninelli.
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