I lavori del Consiglio comunale di Seminara, convocato per ascoltare le spiegazioni del sindaco Carmelo Arfuso sulla recente crisi amministrativa che ha portato all'azzeramento e alla nomina di un nuovo esecutivo ma, soprattutto, alle dimissioni - poi ritirate - del primo cittadino, annaspano per quasi un'ora sull'opportunità di filmare in diretta streaming la seduta, con la maggioranza che boccia la proposta delle opposizioni mentre il consigliere di minoranza Salvatore Costantino non partecipa al voto perché - evidenzia - «il diritto all'informazione non è negoziabile».
La disputa trae origine dal precedente Consiglio comunale nel corso del quale - secondo l'opposizione - Arfuso, arrivato in ritardo per impegni improrogabili, avrebbe preso posto tra il pubblico non partecipando all'approvazione del bilancio di previsione. Circostanza che il sindaco ha spiegato diversamente: «Mi aspettavano a Catanzaro per la stipula di un importante finanziamento per la città - ha evidenziato - ho temporeggiato perché mi sono accorto che c'era un tentativo da parte dell'opposizione di non far approvare il bilancio: era l'ultima data tecnica, si rischiava lo scioglimento».
Assente tra i banchi solo Veronica Pasqua, si entra nel vivo della discussione, con il consigliere Piccolo che legge la lettera di dimissioni di Arfuso. Una lettera che Bonamico (Civicamente) definisce «terribile nelle forme e nei contenuti. Si parla di poteri occulti - rimarca - di un apparato comunale al servizio non si sa di chi; ha lanciato una pietra così pesante in uno stagno che ritenevamo fosse formato da acque cristalline, invece era acqua putrida».
Ma la tanto attesa “ora della verità” si traduce in una mera sintesi di quanto già noto: «Nono state dette delle inesattezze, strumentalizzazioni - esordisce il primo cittadino - mi riferivo a interessi politici e non di 'ndrangheta. Il mio impegno è nato come un impegno civico, la costituzione del gruppo Forza Italia, seppur legittimo, rischiava di minare gli equilibri. L'azzeramento della Giunta? C'era bisogno di dare nuovo slancio all'azione amministrativa. Mentre i rapporti con i dipendenti comunali sono stati sempre ottimi, ho avuto qualche problema, non ancora risolto, con alcuni dirigenti».
Rimasta fino a quel momento in silenzio, l'ex vicesindaco Simona Leto decide di levarsi qualche sassolino dalla scarpa: «Mi hai revocato per il mio colore politico -ha affermato piccata, rivolgendosi al sindaco - contro di me c'è stata discriminazione politica e di genere, ti ho sempre sostenuto e tu mi hai gettata in pasto ai cani!».
La conclusione degli interventi spetta all'ex sindaco Costantino che, interpretando il sentimento della minoranza, sottolinea di non essere soddisfatto dalle risposte di Arfuso: «Queste parole di circostanza non possono giustificare la lettera di dimissioni, non ha spiegato come ha lavorato con Forza Italia per ricucire lo strappo, come ha risolto i problemi amministrativi, avrei voluto conoscere i nomi di chi la ostacola. Le parole sono come pietre, e per un banale dissidio all'interno della maggioranza, avrebbe dovuto utilizzare parole più modeste».
Costantino ha annunciato un'iniziativa dell'opposizione affinché il sindaco nomini nella Giunta una donna, nel rispetto delle “quote rosa”.
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