Se per Dostoevskij solo la bellezza potrà salvare il mondo, allora – avrà pensato il sindaco Aldo Alessio – nominando addirittura un apposito assessore, salvare Gioia Tauro, dopo averle provate tutte, sarà un gioco da ragazzi. È così che in una città potenzialmente splendida ma, purtroppo, in realtà brutta, bruttissima, sommersa dai rifiuti, ricamata dalle voragini e deturpata dalle incompiute, il capitano di lungo corso s’inventa con coraggio un assessorato che ha come prima delega proprio la “bellezza” e poi tutto il resto ovvero Lavori pubblici, Urbanistica, Arredo urbano, Rischio sismico e idrogeologico, Difesa del suolo e Uso delle acque. Facendo ricadere la sua scelta su un professionista esterno di spessore, l’architetto Angelo Nostro, un uomo d’altri tempi, oggi in pensione, che oltre a progettare s’interessa anche di arte e di poesia, qualità giudicate dal primo cittadino come un valore aggiunto.
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