Poc Metro, Pisu, Por, Psr, Agenda Urbana. E poi Decreto Reggio, Pon, Cis, Bando Periferie, Contratti istituzionali di sviluppo, coniugati con Recovery Plan e React EU. Sigle che rimandano a programmi complessi, spessi tradotti in “libri dei sogni” scritti con fondi europei dilapidati nei mille rivoli delle incompiute. Eppure stavolta deve essere diverso, perché in gioco ci sono i prossimi decenni e il disegno, grazie ai fondi post-Covid, della Reggio che verrà. Ne è consapevole l’amministrazione comunale e metropolitana, che su questi temi si gioca il “secondo tempo” promesso dal sindaco Giuseppe Falcomatà sin dal momento della rielezione. I tempi della programmazione sono maturi e le risorse possono arrivare davvero. Si fa sul serio, insomma, anche nelle prospettiva della doppia richiesta – partita dai sindaci del Sud e fortemente sostenuta da Falcomatà – di aumentare il tetto delle risorse per il Mezzogiorno nel Recovery Fund dal 34 al 60% e di affidarne una parte alla gestione delle Città metropolitane. Ieri se ne è parlato ancora a Palazzo San Giorgio nella seconda parte del lungo e articolato focus tecnico, iniziato mercoledì mattina, sulle risorse e sui progetti intorno a cui ruotano le principali sfide della crescita della città. Dopo la prima full immersion, che ha visto la partecipazione del sindaco a coordinare il tavolo e di assessori, consiglieri delegati, presidenti delle commissioni consiliari, dirigenti, funzionari responsabili dei diversi procedimenti ed esperti dell'assistenza tecnica, la seconda parte dei lavori ospitata nel salone dei Lampadari, alla presenza degli stessi interlocutori, ha acceso i riflettori sull’intero quadro progettuale che racchiude le azioni e gli interventi legati a misure quali Poc Metro, Pisu, Por, Psr e Agenda Urbana.
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