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Gioia Tauro, bagarre sulla costituzione di parte civile

L’opposizione chiede perché non si proceda nella vicenda dei “furbetti del cartellino”

«Doppia morale; due pesi e due misure; figli e figliastri»: è il tenore delle critiche mosse nei confronti della maggioranza dai consiglieri d’opposizione Cangemi, Richichi e Frachea durante l’ultima seduta del civico consesso di giovedì sera, nel relazionare sull’integrazione ai punti all’ordine del giorno presentata insieme al collega Pulimeni (assente in aula) sulla mancata costituzione di parte civile nel procedimento “Furbetti del cartellino” che vede implicati numerosi vigili – tra cui l’ex comandante – e due dipendenti comunali per assenteismo e il sindaco Alessio accusato di peculato, per aver utilizzato “impropriamente” l’auto della Polizia locale.
La questione è tornata d’attualità dopo che la Gazzetta aveva dato notizia che il 6 ottobre si terrà l’udienza preliminare per decidere sul rinvio a giudizio degli indagati. Al centro del dibattito non la posizione del sindaco, sulla quale i tre consiglieri hanno più volte ribadito di essere ipergarantisti, ma l’applicazione della delibera di giunta con la quale l’Amministrazione s’impegna a costituirsi in giudizio in tutti i processi di mafia, usura, racket o, comunque, di gravi reati che hanno arrecato un danno all’ente.

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