«Così non si fa!». Urla un gruppo di intellettuali (Daniele Castrizio, Lino Caserta, Fabio Cuzzola, Alberto Ziparo, Franco Arcidiaco, Giuseppe Bombino, Piero Polimeni, Mimmo Rizzuti, Alberto Giansanti, Luciano Arcidiaco, Maria Rachele Bellomi, Giuseppe Minniti, Gianni Pensabene, Bruno Neri, Piero Milasi) all’indirizzo del sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà in merito alla defenestrazione del prof. Tonino Perna dalla carica di vicesindaco. «E il modo ancor m’offende», scrive Dante nel V Canto dell’Inferno raccontando la passione che travolse Paolo e Francesca. Ed evidentemente il “modo” usato da Falcomatà ha offeso nel profondo Perna e i suoi sostenitori. «Esiste un limite invalicabile – sostengono –, persino in questa città abituata a lasciarsi usare e abusare da chiunque abbia la prepotenza per farlo. Esiste un limite oltre il quale anche chi non si sente di appartenere a una fazione, a un partito, non può più stare zitto e accettare rassegnato qualunque sopruso alla logica e alla rispettabilità delle persone. Non si può pensare di offendere la dignità di uno studioso e di un uomo delle istituzioni, che ha agito sempre per il bene della Comunità, e sperare di farla franca».
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