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Al Comune di Reggio malumori e vendette ma le poltrone sono un toccasana

La giunta può partire ma per il nuovo esecutivo la prova vera è la tenuta

La sede del Comune di Reggio Calabria

La giunta dei compromessi politici è stata chiusa. Si è tornati indietro di parecchi anni in riva allo Stretto. Quando i partiti dettavano totalmente le leggi su uomini e incarichi e il centrosinistra cittadino ha dimostrato tutto ciò, già a partire dalla sera stessa della sentenza del processo Miramare. Le agitazioni del Partito Democratico seguenti alla scelta di Falcomatà di nominare Paolo Brunetti quale vicesindaco si sono manifestate in tutta chiarezza in una contromossa politica che da un lato tendeva a mettere Falcomatà all’angolo e dall’altro a mettere a nudo vendette all’interno del Pd per le regionali. Il risultato è stato una crisi politica per i posti. In tutto questo walzer di veti e malumori interni di cui la maggioranza di Palazzo San Giorgio era ormai piena, sono spuntati un’opa sulla giunta di Brunetti e allo stesso tempo il (ri) lancio di Domenico Battaglia che si rimette in gioco a tempo determinato magari pensando anche un eventuale impegno diretto per la prossima sindacatura.

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