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Reggio, codice etico e dimissioni: il grande bluff di Falcomatà

Gli avvocati Palmara e Genovese hanno evidenziato le contraddizioni del sindaco sospeso. Reggio Futura: «La Carta di Avviso Pubblico sottoscritta dall’Amministrazione impone ai condannati di farsi da parte»

«Giuseppe Falcomatà in qualità di sindaco di Reggio Calabria, dopo la condanna al processo Miramare e la sospensione dal ruolo per gli effetti della legge Severino, ha infranto tre volte il codice etico di “Avviso pubblico”, sottoscritto da lui stesso nel 2014 in qualità di primo cittadino e quindi a nome dell'Amministrazione comunale». È quanto hanno evidenziato i rappresentanti di Reggio Futura, il presidente Italo Palmara e il vicepresidente Emanuele Genovese, ieri nel corso di un incontro con la stampa, coordinato dalla giornalista Antonella Postorino, nel corso della quale hanno affermato come «subito dopo il rinvio a giudizio, nel febbraio del 2019, l’Amministrazione comunale, in ottemperanza dell’art. 21 del codice etico di Avviso pubblico, avrebbe dovuto senza indugio, promuovere la costituzione di parte civile della propria amministrazione nel processo Miramare, cosa che non è stata fatta».
Nello specifico Emanuele Genovese ha ricordato gli altri due inadempimenti relativi all’art. 21 e cioè «in caso di condanna non definitiva per reati cui la legge associ la sospensione della carica, l'amministratore s’impegna a dimettersi», e sempre per quanto riguarda lo stesso articolo, «in caso decorrano i termini di prescrizione nel corso del procedimento giudiziario, l'amministratore deve rinunciarvi».

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