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Reggio, Lamberti canta con Otello Profazio: “Qui si campa d’aria”. E non va bene

Analisi spietata dell’imprenditore sulla voglia di cambiamento dei reggini

Eduardo Lamberti Castronuovo

A qualcuno potrà stare anche antipatico – non si può certo piacere a tutti – ma non avendo padroni né padrini le sue analisi sulla città sono (quasi) sempre lucide e mai banali. Eduardo Lamberti Castronuovo guarda la città dal suo osservatorio privilegiato e prova a immaginare quale potrà essere il futuro immediato.
Reggio ha voglia di cambiare?
«C'è una buona parte di cittadini che vorrebbe vivere in un luogo normale, un'altra che gode del caos esistente, perché spudoratamente, ne approfitta. Sta di fatto che nessuno fa nulla, se non qualche voce clamante nel deserto che, paradossalmente, invece di cogliere approvazione, colleziona menzogne, improperi e opposizione immotivata. Se a ciò aggiungiamo l'attività incessante degli odiatori, il conto è presto fatto! Questo, in estrema sintesi, il panorama desolante che tutti abbiamo sotto gli occhi».
Ma chi vuole che la città cambi, non dovrebbe impegnarsi di più?
«La città, bella e gentile, fino agli anni 70 , assiste inebetita a una continua spoliazione. La qualcosa assume un valore negativo inaccettabile. Mercenari potenti, pro tempore, ma che determinano danni al patrimonio cittadino, con difficile possibilità di risarcimento morale e materiale. Posso aggiungere una cosa?»
Prego.
«Quel che risulta indigeribile è che, anche la Santa Madre Chiesa sembrerebbe rispondere a questa logica con la chiusura a breve del Seminario Arcivescovile e trasferimento a Catanzaro! Da non credere. E a questa ulteriore inspiegabile spoliazione, va ad aggiungersi la grottesca, se non delinquenziale, intenzione dei Palazzi di alienare l'Università per stranieri Dante Alighieri a favore di maneggioni del commercio della cultura, facendola diventare online».

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