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Reggio, piste ciclabili. Ripepi attacca Falcomatà: "Il sindaco smascherato dalle delibere"

Il consigliere di opposizione passa in rassegna gli atti della Giunta. Prima di giungere alle responsabilità tecniche avrebbe dovuto chiedere le dimissioni dei suoi assessori

Sulla vicenda delle piste ciclabili il consigliere Massimo Ripepi “smaschera” l’amministrazione e lo fa attraverso gli atti amministrativi. Spiega il consigliere di opposizione. «Ho ritirato dall’ufficio del Comune il verbale delle delibere di Giunta la numero 51 del 29 giugno, la numero 139 del 20 giugno, la 202 del 22 settembre e la numero 221 del 11 ottobre, nelle quali viene certificato inconfutabilmente che la responsabilità dello scempio delle piste ciclabili è solo della parte politica al governo della città, che ha deciso di realizzarle dopo aver visionato molteplici allegati progettuali che indicavano con precisione la collocazione tra le strade urbane. Il sindaco ff Paolo Brunetti e la sua Giunta hanno autorizzato l’inizio dei lavori e l’assessore competente Domenico Battaglia, assente nel corso delle due delibere di Giunta di settembre e ottobre, risultava però presente il 23 maggio 2023 alla prima riunione del tavolo tecnico, durante il quale è stata data l’autorizzazione tecnico-politica alla realizzazione delle piste ciclabili». Alla luce dei fatti argomenta Ripepi: «Il comportamento attuale di Giuseppe Falcomatà è fin troppo chiaro e pienamente coerente con il primo, secondo e terzo tempo del suo mandato: un decennio nefasto per la nostra città in cui non ha mai smesso di ingannare i cittadini con clamorose bugie di taglio altamente “professionale”, confezionate anche attraverso il suo imponente ufficio stampa, vera bussola dell’amministrazione reggina. Il danno più grande generato da questa assurda storia è la dimestichezza ormai scientifica con cui il rappresentante di tutti noi, riesce a prendere in giro i cittadini. Falcomatà ha capito che le bugie vadano dette bene. Per rifarsi l’immagine dopo i danni incalcolabili provocati da quasi dieci anni di devastazione politico-amministrativa, il primo cittadino la spara sempre più grossa con la certezza che i cittadini ignari e sofferenti, non riusciranno mai ad avere il tempo e la fantasia di indagare per scoprire l’inganno».

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