Klaus Davi, candidato in pectore a sindaco di San Luca, prima di scendere in campo ufficialmente e chiedere il voto ai cittadini deve aspettare che la commissione d’accesso completi il lavoro sugli atti prodotti dall’amministrazione guidata da Bruno Bartolo. Un accesso ordinato dalla Prefettura, alla fine della sindacatura, e dopo che i cittadini avevano deciso di non presentare liste. Insediata il 28 giugno scorso, dovrà dare un responso entro sei mesi: a conti fatti entro il 28 di questo mese. Solo dopo quella data sapremo se il Comune sarà sciolto, o se si potrà tornare alle urne.
Davi domenica a San Luca è stato chiaro: «Se il ministero degli Interni non avrà la pessima idea di sciogliere la precedente amministrazione per mafia, potrei diventare sindaco. In quel caso, durante il mio mandato, qualora venissi scelto dai cittadini, non ci sarà alcuna faida, perché le cosche mi temono e sanno che non ho fucili e kalashnikov ma dispongo di altre armi: quelle della trasparenza e della mobilitazione dell’opinione pubblica. Prevarrà di gran lunga la San Luca onesta, che ha voglia di cambiare, che chiede una svolta».
«In tutti questi anni – ha detto ancora – sono andato senza scorte a San Luca, Archi, Ponticelli, Foggia, al Cep di Palermo, ovunque. E ho vissuto ad Archi per tre anni. Ho girato casa per casa, tutti sanno chi sono».
Il famoso giornalista di origine svizzere spiega il legame che lo lega alla gente di San Luca: «È nata una storia di affetto tra me e le concittadine e i concittadini del paese aspromontano che adesso si potrebbe coronare con un sogno: la creazione di un laboratorio politico senza precedenti. Mi stanno già chiamando testate dalla Germania, dall’Olanda, da Israele e ovviamente dalla Svizzera. Porterò la luce su San Luca. Affidarla a una gestione burocratica, senza anima, vuol dire anestetizzare per sempre questo territorio, volergli male come quelli che vanno a dire in televisione che non si possono fare le grandi opere perché c’è la ’ndrangheta. Sono la persona giusta al posto giusto. Condannare San Luca e graziare Reggio Calabria sarebbe un messaggio terribile. Per cui non credo che accadrà. Il comune non verrà sciolto e io sarò il candidato della rinascita della Locride».
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