Fa passi avanti il Tavolo Ponte Reggio Calabria – istituto nella sede di Confindustria quale strumento di raccordo istituzionale aperto alla società civile – con la richiesta di collaborazione col responsabile della direzione affari legali acquisti e compliance di Stretto di Messina SpA, avv. Andrea Parrella. È questa l'ultima novità formalizzata a Pietro Ciucci, a.d. Stretto di Messina SpA, con la firma dei coordinatori dei Tavoli Ponte di Reggio e Messina, rispettivamente Alberto Porcelli e Giovanni Mollica e dei rappresentanti delle categorie reggine con capofila Domenico Vecchio, presidente Confindustria Reggio.
L'incontro - Era qualche giorno fa quando Porcelli e Mollica incontravano il presidente Vecchio per definire i passi che il tavolo Ponte si propone di fare fino alla scelta finale di scrivere a Ciucci. Tra i tanti punti emersi nel corso del confronto, la necessità prospettata da Ciucci a Mollica «di ridurre al massimo la filiera dei fruitori»; il “paradosso” per Porcelli «che sindacalisti, invece di suggerire maggiori investimenti , chiedano la cancellazione di un progetto a favore di un altro», e soprattutto, il ruolo di garante e interlocutore principe di Confindustria Reggio rispetto all’opera strategica ribadito dal presidente Vecchio, nel rispetto del protocollo di legalità sottoscritto dagli industriali reggini con la Prefettura.
Il percorso - La richiesta è chiara: «Fissare modi e tempi di verifica della conformità normativa delle imprese rappresentate ai fini di una fattiva collaborazione, fin dalle fasi iniziali dei lavori di costruzione del Ponte, e con particolare riferimento al rispetto dei protocolli di legalità. Ciò per consentire alle associazioni di categoria di tentare di rimediare a possibili carenze formali e sostanziali dei singoli iscritti, mediante documenti integrativi e/o forme consortili e consociative; con l’obiettivo di renderli idonei a diventare fornitori di beni e servizi per le imprese appaltatrici del Ponte sullo Stretto. Non porre rimedio in tempo a eventuali mismatch rischia di vanificare la crescita equilibrata e sostenibile del territorio nel quale l’opera si colloca – che è uno dei principali obiettivi di un’infrastruttura pubblica di valenza epocale come l’attraversamento stabile ma anche – osservano i rappresentanti del Tavolo Ponte – di allungare pericolosamente la filiera dei subappalti».
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