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Reggio, un consiglio comunale aperto senza minoranza per ribadire ancora il “no” al Ponte

L’assemblea non ha votato alcuna mozione. Una discussione lunghissima ma senza risultato finale

Un Consiglio comunale aperto in cui è quasi mancato il contraddittorio, e che alla fine non ha prodotto nemmeno un minimo documento finale. Non poteva andare diversamente la seduta aperta del Consiglio comunale dedicata al ponte sullo Stretto. Nessuna forzatura politica, o di maggioranza. Il 5° comma dell’art. 52 del Regolamento comunale prevede, infatti, che nelle adunanze aperte e congiunte del Consiglio comunale non possono essere assunte deliberazioni o assunti impegni di spesa a carico del Comune. «Noi, oggi, possiamo solo recepire i consigli, le raccomandazioni, le osservazioni della gente. Una volta recepiti questi suggerimenti sarà stilato un verbale che sarà pubblicato sull’albo online del Comune». È con queste parole che il presidente del Consiglio comunale Enzo Marra ha spento gli entusiasmi sul finale di un civico consesso sul quale era riposta grande attesa, per una presa ufficiale del Comune sulla vicenda ponte, a cui fatto eco la Segretaria generale ricordando che non è ammessa nemmeno la discussione di eventuali mozioni. Così le due mozioni, una del consigliere Massimo Ripepi, l’altra di Saverio Pazzano del gruppo “La Strada” sono state semplicemente illustrate all’Aula.
Tuttavia, ciò non ha impedito un dibattito per molti aspetti in direzione contraria al ponte. Dai banchi dell’opposizione mancavano i consiglieri di FI e della Lega. «Un’assenza che assume un significato eminentemente politico – hanno spiegato i consiglieri leghisti in un documento – facendo riferimento alle recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto il sindaco Giuseppe Falcomatà, che prima di trattare un qualsiasi argomento avrebbe dovuto relazionare alla città ed ai cittadini, in modo chiaro, esaustivo e pubblico in merito ai gravi addebiti contestatigli dalla Procura». Analoghe considerazioni ha fatto il gruppo consiliare di FI: «alla luce di quello che ha investito l’Amministrazione Falcomatà, a nostro modo di vedere toglie significato e priorità a qualsiasi altro argomento. È privo di senso, dunque, parlare di Ponte in un momento così delicato».

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