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Ponte e norme Ue: la sindaca di Villa S. Giovanni Caminiti a Bruxelles: "Non sia opera da propaganda elettorale"

Si chiede: «“liberare” la città e gli espropriandi dall’incubo di un’occupazione imminente degli spazi interessati»

«Rappresentata la posizione dell’amministrazione diventata, con i deliberati consiliari, quella della città. L’invito dell’onorevole Tridico ci ha permesso di avanzare richieste precise». Così la sindaca Giusy Caminiti dopo essere intervenuta all’iniziativa, a tema Ponte, incentrata sul quesito “Un’opera che rispetta le norme Ue?’”

«L’Europa valuti con massima attenzione la valutazione di impatto appropriata licenziata con esito negativo nel parere della commissione Via Vas del 19 novembre 2024, soprattutto perché le mitigazioni ambientali proposte dalla Stretto di Messina e pubblicate il 9 gennaio 2025 sono insufficienti e contrastanti per Villa, ma anche per l’area dello Stretto, che è interessata dalla presenza di zone di protezione speciale e zone speciali di conservazione tutelate con le direttive Habitat e Natura 2000 dall’Europa. Qualora questo progetto definitivo aggiornato arrivi al vaglio del Cipess, pur non essendoci le condizioni perché ciò avvenga - spiega la sindaca nell’illustrare le istanze avanzate nel corso dell’incontro – l’Europa sostenga la richiesta del consiglio comunale di Villa di astensione dalla dichiarazione di pubblica utilità. Una motivazione giuridica sostiene la nostra richiesta: in mancanza di un progetto definitivo di cantierizzazione, infatti, non è esattamente individuata l’area da espropriare e questo è l’unico caso giuridico in cui il Cipess potrà astenersi dalla dichiarazione di pubblica utilità e “liberare” una città e i suoi espropriandi dall’incubo di un’occupazione imminente delle proprie abitazioni e degli spazi interessati».

La sindaca ripercorre la posizione istituzionale tenuta sull’opera dal novembre ‘22 («condivisa, con il ricorso al Tar, con Città metropolitana e sindaco Falcomatà; una battaglia per il rispetto delle istituzioni e per la tutela del territorio») e ricorda che «la commissione Via Vas ha recepito le nostre osservazioni sugli studi, disponendoli con ottemperanza prima della presentazione del progetto esecutivo, ma la società proponente continua a sostenere che vanno eseguiti al momento della progettazione esecutiva. Non abbiamo preteso di sostituirci nel potere decisorio al Governo (la legge obiettivo del 2004 ha resistito al vaglio della magistratura amministrativa), sappiamo che la città non decide e che solo la sensibilità politica nazionale avrebbe potuto introdurre il dibattito pubblico. Non lo ha fatto e ne abbiamo preso atto. Abbiamo chiesto che almeno cambiasse il paradigma. Non più opera da propaganda elettorale, ma un metodo nuovo tecnico scientifico che dia ai territori possibilità di governare la fase di cambiamento, non solo quella in cui il cantiere verrà aperto, per Villa più devastante del Ponte perché vuol dire tagliarla in due, ma l’oggi”.

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