Un progetto che hanno proposto, seguito e incentivato. Il restauro della Vara inizia a diventare realtà, grazie allo stanziamento di 120 mila euro della Regione. Operazione arrivata al traguardo grazie all'impegno del presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto a cui va l'apprezzamento dell'associazione dei portatori della Vara.
Un intervento di restauro che potrebbe portare alla “ricostruzione” di tutti gli elementi che originariamente componeva la maestosa struttura a spalla alta 6,5 metri dal perso di 1200 kg portata da 130 uomini. Almeno questo è l'auspicio dei portatori e non solo.
«Era un impegno, quello di riportare a la macchina a spalla che sostiene nelle processioni la Patrona della città al suo originale aspetto, che avevamo preso con noi stessi e simbolicamente con tutti i reggini e non potevamo non rispettarlo. È stato un impegno durato qualche anno, in cui la pazienza e la fiducia sono state fondamentali, nel tempo abbiamo avuto tentativi andati a vuoto, non ci siamo scoraggiati, rimanendo da soli a sostenere l'iniziativa, poi forse sarà stata volontà della nostra Protettrice e tutto ha avuto riscontro positivo», dice il presidente dell'associazione dei Portatori della Vata, Gaetano Suraci.
Sulla struttura, secondo quanto riportato dal volume in cui Padre Sinopoli ricostruisce la storia del culto, nel progetto di metà Ottocento splendevano due artistici candelabri con angeli reggicornucopia, elargiti come segno di gratitudine alla loro Mamma per aver protetto la città dal contagio del colera, oggetti che facevano parte integrante del corredo della Vara. Candelabri prelevati per il restauro (effettuato al momento solo su un candelabro) sono stati destinati ad arricchire la collezione del museo diocesano, come la medaglia donata dal pittore reggino Vincenzo Cannizzaro, l'artista reggino vincitore di un premio per il quadro “La trasfigurazione di Gesù” consistente in una medaglia d'oro di 5 once.
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