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San Luca, ai piedi del Redentore di Montalto la “magia” della messa all’alba

Si è rinnovata la consuetudine dei pellegrini della parrocchia del Sacro Cuore

Tradizione rispettata anche quest’anno. A Montalto, ai piedi del Cristo Redentore che ha fatto di quella radura un luogo sacro, per volere di papa Leone XIII che nell’anno giubilare del 1900 propose un «Grandioso omaggio a Dio» consacrando diciannove, ma poi diventarono venti, monti di diverse regioni italiane con la posa di sculture e statue di Gesù Redentore.
Domenica scorsa sono stati tanti a raggiungere il punto più alto dell’Aspromonte, guidati da don Umberto Lauro, della parrocchia del Sacro Cuore di Gesù, dove si è saliti nell’ultimo tratto, in processione, e in cima è stata celebrata la santa messa. Una iniziativa promossa dall’associazione Amici di Montalto. Un suggello alla ormai decennale tradizione, di recarsi in quel luogo sacro, non solo per ammirare le bellezze della natura, e aspettare l’alba, ma anche per ritrovarsi e sentirsi comunità. Fu Bruno Praticò, capo scout al Sacro Cuore, fin dai tardi anni ‘70, a proporre annualmente l’escursione a Montalto. «Da allora ci siamo tornati ogni anno, prima con “l’alta squadriglia’” scout – raccontano i protagonisti di allora e di oggi – poi ci ritrovammo sempre, in cinque o sei della vecchia guardia ad avere il desiderio di vedere l’alba su Montalto con il Redentore». Con la nascita dell’associazione “Amici di Montalto”, l’appuntamento diventa una tradizione, fissata nel primo week-end di agosto, e definitivamente consacrata con la celebrazione del Giubileo della Montagna nel 2000 e il centenario della posa della scultura, nel 2001.

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