Reggio

Martedì 07 Maggio 2024

Locri, dall’enogastronomia una spinta per la “Capitale della cultura 2025”

Produrre vino è una delle più gustose espressioni dell’intelligenza umana, dove figura fondamentale è l’enologo. Tra i più esperti nel panorama calabrese, con collaborazioni anche nella Locride, c’è Stefano Coppola. – Come nasce la passione per l’enologia? «Nasce a 20 anni ereditando dai miei nonni i terreni di famiglia. Ma ho capito subito che questa era la strada giusta in ambito professionale, infatti dopo gli studi a Palermo ho iniziato immediatamente a fare pratica». – Che vendemmia è stata per la Locride quella del 2021? «Una buona annata, abbiamo avuto solo un picco caldo ad inizio agosto ma le uve locride e in quel momento non erano mature, quindi non abbiamo dovuto affrontare i problemi che hanno uve precoci. La prima uva che si raccoglie nella Locride è il Greco di Bianco a partire dall’ultima settimana di agosto e i risultati sono stati buoni. Anche le uve raccolte a settembre sono giunte in buone condizioni e promettono bene». – Quali sono i vitigni del territorio che danno risultati più sorprendenti? «Il più sorprendente, a mio avviso, è il Mantonico, che abbiamo spumantizzato per primi e anche con grandissimi risultati di vendita grazie alla lungimiranza del produttore Francesco Macrì. Tra l’altro questo è un vitigno particolare che dà origine a vini d’ogni tipo, da quelli di pronta beva sino ad alcuni adatti ad invecchiare». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio

leggi l'articolo completo