Il tam tam sui social ha fatto scattare la corsa della solidarietà. Serve sangue per un giovane centauro. Uno slancio emotivo che ha portato decine e decine di giovani al centro trasfusionale del presidio ospedaliero del Morelli. Una generosità incontenibile tanto che non è stato possibile ricevere nella stessa mattinata le braccia protese verso la sacca. L'invito da parte del personale è stato quello di tornare, il giorno successivo, con la rassicurazione che il sangue necessario per il ragazzo era stato reperito, accompagnate dalla spiegazione che le severe necessarie regole per la donazione del sangue in sicurezza impongono dei tempi standard e che il fabbisogno è giornaliero. Ma la "scintilla" che ha animato tanti giovani per un amico si era già spenta. Di quelle decine di giovani pronti al gesto di solidarietà più autentica come quello del dono del sangue nessuno è più tornato. E questa è una sconfitta. Per tutti. Perché ci sono tanti giovani e non solo la cui storia non rimbalza sui social ma non per questo è meno dolorosa. Ci sono pazienti oncoematologici, talassemici la cui qualità della vita è legata al filo rosso attaccato dalla sacca al braccio. Ed è questo invece uno dei più potenti messaggi della donazione del sangue. Un gesto che viene compiuto nell'anonimato per una persona che con buone probabilità non si conoscerà mai.
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