Tra il raccontare la biodiversità per poterla tutelare e il parlare di sostenibilità per comprenderne il valore c’è di mezzo l’esperienza del cibo buono, pulito e giusto dei presidi Slow Food, che in Calabria hanno il volto e la competenza di Michelangelo D’Ambrosio, portavoce regionale del grande movimento internazionale impegnato a promuovere il diritto al piacere e a un cibo buono, pulito e giusto per tutti, come parte della ricerca della prosperità e della felicità per l’umanità attuale e futura e per l’intera rete del vivente.
D’Ambrosio, se dovesse fare una mappa della biodiversità e sostenibilità in Calabria e raccontarla con le esperienze di Slow Food, quale sarebbe?
«In Calabria la rete Slow Food è diffusa su tutti i territori dal Pollino all’Aspromonte e dal Tirreno allo Ionio, 1000 soci sensibili che, quotidianamente, con impegno e passione, mettono attenzione e interagiscono con una moltitudine di piccole aziende, di piccoli produttori, contadini, allevatori, pescatori, ristoratori, cuochi, preziosi custodi della biodiversità e del cibo buono, pulito, giusto e per tutti, sostenendo la resilienza del nostro sistema alimentare con la consapevolezza che più biodiversità c’è, più il nostro cibo è adattabile e resistente ai cambiamenti, a tutti i livelli».
Biodiversità e sostenibilità: nel piatto cosa arriva?
«Il cibo, per Slow Food, non è un semplice calcolo di proteine, grassi e carboidrati per far funzionare l’organismo, consideriamo il cibo come cultura, identità delle comunità, saperi, tradizioni, innovazioni, linguaggio di scambio e di conoscenza. In Calabria lavoriamo e sosteniamo con molta attenzione i progetti dei Presìdi Slow Food, piccole produzioni a rischio di estinzione e di altissima qualità. Grazie a questo impegno oggi possiamo contare su 12 Presìdi nella nostra regione: Pruna di Frati di Terranova, Piparelle di Villa San Giovanni, Pomodorino siccagno di Zagarise, Caciocavallo di Ciminà, Capicollo azze anca grecanico, Fagiolo Poverello Bianco, Arancia belladonna di San Giuseppe, Pecorino a latte crudo dell’Altopiano Vibonese, Gammune di Belmonte, Moscato al governo di Saracena, Razza podolica calabrese, Fagioli di Cortale».
Qual è l'impegno di Slow Food Calabria per la tutela e la valorizzazione della biodiversita?
«La rete dei soci di Slow Food in Calabria ogni giorno è impegnata sui territori per salvare dall’estinzione razze autoctone, varietà di ortaggi e di frutta, pani, formaggi, salumi, dolci tradizionali. Un impegno che cerca di preservare e tramandare tecniche di produzione e mestieri, sempre con lo sguardo rivolto alla cura dell’ambiente e alla valorizzazione del paesaggio, dei territori e delle culture. Svolgiamo costantemente attività di advocacy consapevoli che il cibo sia fortemente influenzato dalle politiche alimentari e agricole dei nostri governi sui quali cerchiamo di fare pressione affinché adottino politiche alimentari e agricole più giuste, sostenibili e rispettose della biodiversità».
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