
Una storia bella, che profuma di rinnovata fiducia nella vita e di speranza, nell’anno del Giubileo che proprio alla speranza è dedicato. È stata messa in evidenza ieri mattina al porto delle Grazie, nella sala convegni di Sciabaka, nel corso della conferenza stampa di bilancio di una parte del progetto “Pro.Me.” ideato dalla Caritas diocesana diretta da Carmen Bagalà. È quella di Ilario Primerano, 34 anni, detenuto nel carcere di Locri, originario di Caulonia e beneficiario di un percorso lavorativo che ha già iniziato all’interno del cantiere della società di gestione della Porto delle Grazie srl, amministrata dal comandante Vasco De Cet. «Mi sono sentito fortunato quando mi è stata data questa opportunità, anche se sono passati quasi dieci anni da quando mi hanno arrestato. È un’esperienza nuova che mi emoziona. Mi sono sentito accolto e mi trovo bene con i colleghi di lavoro», ha raccontato Ilario, presente con la giovane moglie, in attesa di una bimba.
La sua è una delle risultanze positive messe a segno con il progetto di giustizia riparativa “Profeti di speranza - Mendicanti di riconciliazione” (Pro.Me.), che grazie alla sinergia tra la Caritas, il Tribunale di Locri, la Casa Circondariale di Locri e le forze dell’ordine, punta a offrire nuove possibilità a chi sconta una pena. Nel 2024 questa iniziativa ha già permesso l’assunzione di 6 detenuti nella casa circondariale e di 3 reclusi o già tali in aziende esterne, con la prospettiva di includerne altri due. «ll nostro sogno è sempre stato quello di far uscire l’esperienza di inserimento di detenuti fuori dalle dinamiche della Diocesi, affinché entrasse a far parte della società civile, perché secondo noi solo conoscendo le persone che stanno dietro un reato si può capire il termine giustizia riparativa: non è solo una riparazione del danno, ma anche restituire alle persone una dignità», ha introdotto la direttrice Bagalà, ripercorrendo la genesi del progetto e ringraziando la Pdg e il Comune di Roccella (socio maggioritario della srl) per averlo sostenuto.
«L’esperienza di Ilario rappresenta la restituzione di una risorsa alla comunità: crediamo che ci sia un vantaggio mutuo tra il tessuto economico di questo territorio e il vantaggio in termini di riparazione personale dei soggetti coinvolti in questo tipo di progetto«, ha dichiarato De Cet, annunciando che Ilario, grazie a una formazione mirata, potrà presto accedere a nuove opportunità nel settore dell’accoglienza e della gestione portuale.

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