Il calcio è fatto anche di conoscenza, di storie, di vicende personali – non esclusivamente di pallone – che la memoria della lunga militanza consente di rievocare. Nel merito, Reggina-Catania di domenica (disco verde alle 14,30 si spera davanti a spalti pieni) si presta ai racconti non solo dal punto di vista statistico, per quel che i numeri possono valere. Il gioco vincente, infatti, è frutto pure di occasioni contingenti idonee a far buttare la palla dentro.
Il Catania di Drago sarà una brutta gatta da pelare. I rossazzurri arrivano a Reggio dopo avere inflitto, andando a ritroso, il primo dispiacere alla capolista Juve Stabia e avere sbaragliato il “Ceravolo” lasciamo stare se e con quanto merito. Il collettivo etneo, imbattuto da 177’, non perde dal 24 febbraio quando la squadra di Andrea Sottil rimediò un netto due a zero. E che costò il posto al tecnico di Vanaria Reale ex difensore centrale della Reggina di Lillo Foti, rimasto per una sola stagione in riva allo Stretto (2003-2004) con salvezza acciuffata proprio sul filo di lana. E che è tuttora sotto contratto (triennale) firmato nel luglio 2018 alle falde dell’Etna. Sottil che, peraltro, ha lasciato la squadra catanese al quarto posto.
Una vittoria, la prima di Drago al Granillo, sarebbe salutare sotto il profilo psicologico e pratico. Ecco perché sul sito ufficiale è stato varato lo slogan «#everybodycomeon! Uomo non è colui che non cade mai, ma colui che, una volta caduto, trova il coraggio di rialzarsi. Sosteniamo la Reggina, sosteniamo i calciatori amaranto». L’obiettivo non dichiarato contro un avversario che un tempo era la “bestia nera”, è di raggiungere quota diecimila presenze allo stadio.
Intanto è continuata al Sant’Agata la preparazione, anche ieri a porte chiuse. Ci saranno novità in formazione e non solo per l’assenza dello squalificato Baclet in attacco. Drago forse opta per la difesa a quattro. Nicola Bellomo sale in cabina di regia.
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