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Coronavirus, i calciatori calabresi al Nord. Missiroli e Ceravolo: "Ci alleniamo a casa"

Fabio Ceravolo

Anno Domini 2020: esistenza da segregati in casa. Un dannato virus scandisce anche la vita dei giocatori. Il calcio non riparte - né si sa quando potrà farlo - però il corpo va allenato. Ogni atleta ha ricevuto una tabella personalizzata da seguire scrupolosamente fra le mura domestiche.  Simone Missiroli, 34 anni il 23 maggio prossimo, centrocampista di una Spal (acronimo di Società Polisportiva Art et Labor) che si batte per la salvezza nella massima serie, quando lo chiamiamo a Ferrara sta sbuffando e sudando per lo sforzo sostenuto alla bike, o agli elastici, allo swiss ball. «Effettuo gli esercizi dovuti in casa, anche se qui posso correre ben poco. Mi alleno duramente - ci informa - esco di rado, anche la spesa mia moglie Sara la fa on line. Praticamente stiamo dentro. Mi godo di più, quindi, le mie figlie Ludovica e Martina».

Eccoci, ora, a Fabio Ceravolo, locrese, 33 primavere, quattro cartellini nell'Italia Under 20. Milita tra i cadetti con la Cremonese. Ha ancora un anno di contratto. È entrato nella Reggina giovanissimo venendo aggregato ben presto in prima squadra. Punta abile e forte, sa aggredire gli spazi sulle direttrici del gol. Ha firmato la prima rete nell'Olimpo il 12 gennaio 2007 in Empoli-Reggina. Ficcadenti lo teneva in grande considerazione. Eccolo, poi, alla Ternana e al Benevento pilotato nello storico salto in A. «Va bloccato questo contagio - ammonisce Fabio - e dipende tutto dalle persone. In pratica esco da casa solo per la spesa e per buttare la spazzatura. Non sappiamo quando riprenderemo la preparazione".

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Reggio

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