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La Reggina vuole tirare giù dalla torre il Pisa

Gli amaranto, ancora imbattuti, dopo due pareggi consecutivi tentano l’acuto sul campo della capolista

Alfredo Aglietti

E venne il giorno di Pisa-Reggina. Quella appena trascorsa nel clan amaranto è stata un po’ come la notte prima degli esami. All'ombra della torre pendente si annuncia infatti un match dalle emozioni forti, tra i più difficili in assoluto. Da una parte i nerazzurri che sorprendentemente comandano la classifica e scoppiano di salute, dall’altra gli amaranto che, reduci da due pareggi consecutivi, sognano il primo acuto stagionale in trasferta e sono pronti a difendere la loro imbattibilità.

Gli amaranto saranno accompagnati da un discreto numero di sostenitori: polverizzati, infatti, nel giro di due giorni i pochi biglietti disponibili. In classifica sei punti separano le due compagini e questo la dice lunga sulla media-monstre dei toscani.

Toccherà alla Reggina giocare la partita perfetta. Solo con questa premessa sarà possibile tentare il colpaccio nella città che, tra il dodicesimo e il tredicesimo secolo, fu una delle più fiorenti Repubbliche Marinare. Aglietti, essendo nato nella vicina San Giovanni Valdarno, sente il match come un derby e vorrebbe festeggiare la sua trecentesima panchina in Serie B con un successo, ma sa perfettamente che sarà come scalare l'Everest: il Pisa è la “maglia rosa” del campionato, è, in questo momento, il “Napoli della serie cadetta”.

Il tecnico ha avuto una settimana di tempo per preparare la sfida contro il gruppo di D’Angelo che viaggia con numeri impressionati. Miglior difesa con soli quattro gol al passivo (in casa ne ha subito soltanto uno contro il Monza) mentre l'attacco è andato sempre a segno. L’anno scorso i nerazzurri espugnarono il Granillo con due reti di Sibilli e Masucci nel finale, ribaltando l’uno a zero firmato da Situm.

Ma la Reggina ammirata nel secondo tempo contro il Frosinone potrebbe aspirare a conquistare un risultato positivo. Servirà un'applicazione totale per fermare la capolista nelle cui file militano quattro figli d’arte. Si tratta di Beruatto, De Vitis, Birindelli (il padre Alessandro, terzino polivalente della Juventus nel periodo d’oro di Marcello Lippi) e Sibilli.

 

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