Potevano e dovevano essere giorni intensi e rilevanti. La previsione non è stata smentita. Riunioni, incontri e contatti telefonici si susseguono con un unico scopo: cercare di salvare la Reggina. Trovare le soluzioni economiche, finanziarie ed imprenditoriali per assicurare la continuità sportiva della società amaranto.
C’è fiducia: ma non basta. O almeno, questa serve in parte, affinché davanti ad un obiettivo che sembra vicino, nessuno molli l’attenzione o l’impegno, profondendo, anzi, l’ultimo sforzo, quello che potrebbe rivelarsi decisivo. Ed in questo senso nemmeno il weekend appena iniziato dovrebbe trascorrere avaro di interlocuzioni, anche se informali. Le parti in causa: cedenti, intermediari e potenziali investitori, percepiscono quanto sia fondamentale non sprecare tempo. D’altronde le scadenze restano e resteranno quelle, nessuno le prorogherà ed al netto dell’esigenza di procedere a piccoli passi, entro massimo quindici giorni si dovrà conoscere il futuro della Reggina.
Sicuramente si avrà una “sentenza” sull’iscrizione della squadra alla prossima Serie B. La possibile cessione societaria, almeno nella sua completa definizione (però con un preliminare di contratto già sancito), potrebbe anche essere posticipata senza intaccare la prosecuzione del capitale sociale e sportivo del club amaranto.
Martedì prossimo il bilancio verrà firmato, approvato e depositato. In quegli stessi giorni sono previsti altri incontri che, da quanto si apprende, potrebbero essere organizzati senza soluzione di continuità per tutta la durata della settimana al fine di giungere ad un epilogo proficuo per le parti coinvolte.
Sullo sfondo restano le possibili mutazioni della compagine societaria che comunque, prima o dopo, cambierà. L’interesse di tre gruppi di investitori resta invariato: c’è chi è nettamente avanti, sia in termini di analisi documentale, sia nella preparazione di proposte e forse attende proprio la firma sul bilancio per traslocare al livello successivo, quello della negoziazione e della concretizzazione. Non è sbagliato dire che ci sia fiducia: il vero dramma sarebbe se, a fine maggio, nessuno avesse intenzione di trattare l’acquisto della Reggina. Invece il club dello Stretto resta ambito. Per molteplici ragioni che investitori esperti e navigati conoscono bene e non sottovalutano. Anzi enfatizzano. Un programma a lungo termine prevede un business individuabile ed individuato. Che le operazioni fossero farraginose non è un mistero. Che potessero passare lunghe giornate senza sussulti era una circostanza ampiamente ipotizzabile. L’auspicio è che la riservatezza e l’equilibrio di questa fase siano decisivi per il buon esito della vicenda, assicurando un nuovo e rinnovato periodo calcistico ai colori amaranto. Quello è l’unico obiettivo che interessa. Certo è difficile restare con il fiato sospeso e la paura dietro le spalle: ma è un piccolo “sacrificio” che si spera possa servire a qualcosa.
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