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Reggina, il tempo delle parole è finito

Chiusi bilancio e rateizzazione dei debiti erariali, si avvicina la scadenza del 22

Da oggi ininterrottamente si tratterà per una possibile cessione societaria della Reggina. La fase di studio si è praticamente conclusa con gli ultimi due passaggi attesi, ormai compiuti e sostanzialmente definiti. Il bilancio parziale al 31 marzo con la “cristallizzazione” dei conti e la bozza di accordo con l’erario per la rateizzazione dei debiti, restavano le condizioni ancora in sospeso prima di poter voltare pagina e concentrarsi sulla questione più importante: quella della compravendita del club. La rateizzazione dovrà essere ancora formalizzata: probabilmente già questa mattina i dirigenti della Reggina dovrebbero recarsi negli uffici federali per ottenere un parere preliminare, per poi sancire ufficialmente gli accordi già maturati informalmente con l’Agenzia dell’Entrate.

Superate queste ulteriori condizioni, i gruppi potenzialmente interessati all’acquisto della società amaranto dovrebbero avere gli elementi al completo per compiere un passo in avanti (si spera) presentando l’offerta e spostando la discussione sul piano prettamente negoziale. Tra i gruppi che restano alla finestra, valutando o meno l’opportunità di presentare proposta economica, uno resta nettamente avanti, frutto di una interlocuzione avviata in anticipo e degli elementi necessari alla valutazione che ormai sono in possesso. Il 22 giugno è dietro l’angolo. Inutile ribadire che i giorni si consumano inarrestabili, avvicinando sempre più il destino della blasonata società amaranto alla sua sorte.

Gli intermediari ed i dirigenti del club ne sono pienamente consapevoli, proprio per questa ragione si sono dati come “imperativo” quello di riuscire a concludere le operazioni nel brevissimo periodo, con un margine restante e utile a definire gli altri adempimenti necessari per l’iscrizione. Che non riguardano solamente la presentazione della fideiussione da 800 mila euro, ma anche una corposa documentazione da allegare per ottenere la licenza nazionale e la partecipazione alla prossima Serie B. Perdere adesso la categoria sarebbe da folli. Lo sarebbe per molteplici ragioni. Perché il secondo campionato nazionale garantisce importanti introiti annuali, perché la piazza di Reggio Calabria ha sempre dimostrato un potenziale invidiabile in tutta Italia, perché di base vi è un patrimonio calciatori sostanzioso e qualitativo, perché, infine, il lavoro svolto dagli intermediari nell’ultimo mese non deve essere vanificato. Ragioni se ne potrebbero trovare ancora e ancora, ma forse il tempo dei sentimentalismi e della retorica è scaduto. A meno di venti giorni dal “gong” quel che serve adesso è passare ai fatti, affondare il colpo, per chi avesse intenzione di farlo. Evitando il più possibile azioni di disturbo o fastidiose intromissioni create ad arte.

C’è una società da salvare, c’è un affare da concludere. Il ritmo delle trattative deve essere obbligatoriamente scandito dall’orologio e dal calendario, con l’unico obiettivo di concretizzare quanto di meglio è sul “tavolo”. E su questo sono chiamati a rispondere presente anche le istituzioni locali in un compito di monitoraggio e stimolo costante che non è secondario.

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