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La Reggina vuole continuare a sognare

Il “professore” Zan Majer: «Non mi aspettavo una situazione di classifica così rosea, ma si è creato un gruppo straordinario. I nostri avversari hanno un ottimo organico, ma noi giochiamo in casa...»

Foto Morabito

In campo è un “professore”. Spesso «c’è ma non si vede». Ma è proprio in quei momenti che si nota prepotentemente la sua capacità di leggere la partita, carpire le necessità e le soluzioni. Zan Majer è un centrocampista completo che conosce la Serie B e l’ha vinta da protagonista. Da questa estate in amaranto, uno dei pezzi pregiati del mercato del patron Saladini, in poco tempo si è preso le “chiavi” della squadra.

Si aspettava dopo tredici gare di essere in questa posizione di classifica?
«Sinceramente no, perché ci voleva tempo per conoscerci, creare il gruppo e arrivare ad una condizione fisica omogenea. Inoltre non abbiamo fatto il ritiro insieme, molti di noi sono arrivati a preparazione avviata. La società ha fatto un gran lavoro prendendo calciatori importanti che negli ultimi anni sono stati protagonisti in questa categoria. La strada è lunga ma noi, grazie alla guida del mister e dello staff abbiamo accorciato molto i tempi».

Mezzala o regista il suo rendimento non cambia ed è sempre sopra la media. Ma quale ruolo sente più suo?
«Sono un calciatore che ha sempre giocato “box to box” e dunque se proprio devo sceglierne uno preferisco come mezzala, ma anche in questa posizione mi trovo molto bene e cercherò di fare sempre meglio attuando quello che mi chiede il tecnico per dare il massimo per la squadra».

Non si inizia così bene se alla base non c’è un gruppo coeso, quale è il segreto?

«È vero perché per fare un gruppo ci vuole tempo, noi invece lo abbiamo fatto velocemente, società, mister e staff sono stati bravi. L’importanza del gruppo la si vede anche dal contributo fondamentale che arriva da quei calciatori che magari partono dalla panchina».

Che impressione ha avuto di Inzaghi?

«Già il mio ex compagno di squadra Tuia me ne aveva parlato benissimo. Ma io lo sapevo perché Inzaghi è un campione ha vinto tutto quello che si poteva vincere: l’ho conosciuto e tutto questo è stato confermato».

Conosce a menadito la B, ma è vero o no che questo è un campionato ancor più difficile del solito?

«La cadetteria è lunga e difficile, se vuoi vincerla devi essere sempre al top ma quest’anno è ancora più dura. Il campionato si è evoluto, la qualità si è alzata, lo vediamo dai risultati e dalla classifica cortissima. Alcuni anni fa potevi permetterti di sbagliare qualche partita, in questa stagione no».

In casa o in trasferta il supporto dei tifosi è encomiabile. Avvertite la passione del pubblico?

«Davvero bello vedere così tanti nostri tifosi anche lontano da casa. Si percepisce anche quotidianamente quanto la città viva di calcio».

Domani gara contro una squadra in ripresa e con giocatori di spessore…

«Il Benevento ha un grande organico, noi prepariamo la sfida come tutte le altre, guardiamo solo a noi poi vincerà chi avrà meritato. Noi non guardiamo classifica, i punti si contano alla fine, in questo momento abbiamo buona forma e giochiamo bene ad eccezione del primo tempo di Venezia, che non sappiamo cosa è successo, ma il nostro obiettivo è proseguire così».

Identità e filosofia di gioco non cambieranno mai?

«Il mister ci dà sempre soluzioni alternative, nuove, le proviamo durante gli allenamenti. Noi proviamo sempre a mettere in pratica quello che ci chiede e lavoriamo sempre per migliorare. Il nostro compito rimane sempre quello e ce la metteremo tutta».

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