Reggio amaranto sempre più pazza di Pippo Inzaghi. In riva allo Stretto (sponda calabrese ovviamente) sono tutti incantati dalle gesta del mister della Reggina che ha chiuso con il blitz esterno di Ascoli (quarta vittoria consecutiva lontani dal Granillo) un girone d'andata capolavoro. Sì è un capolavoro in piena regola ciò che ha fatto da luglio ad oggi il campione del mondo originario di Piacenza che il dio del pallone ha scelto come condottiero della rinata Reggina costruita da patron Saladini e dal presidente Cardona per tentare la scalata nell'Olimpo del calcio con un ambizioso progetto di tre anni. Ed il pirotecnico girone d'andata (11 vittorie, di cui 6 fuori casa, e 3 pareggi, con soli 5 ko) è il fedele specchio delle potenzialità mostrate in lungo e largo nella Penisola pallonara. Un percorso e un rendimento – ad oggi – al di là, e anche di tanto, rispetto ad ogni più rosea previsione. Che bello ammirare la Reggina seconda in classifica, ad appena 3 punti di ritardo dalla capolista Frosinone, e un’identità tecnico-tattica-caratteriale da applausi. Merito di tanti ovviamente. A partire proprio da chi sta guidando questo gruppo di uomini veri e calciatori bravi. La sosta ha appena mandato in archivio metà torneo cadetto e nessuno a Reggio simpatizza per i titoli accademici né si diletta in sogni pindarici, ma la gente amaranto questi sei mesi d’oro se li sta godendo eccome folleggiando anche in questi 20 giorni di stop per un cammino che ha le sembianze di una marcia trionfale.
Il primo a predicare calma è puntualmente l’allenatore amaranto: «Primi sei mesi straordinari: dobbiamo ricordare da dove siamo partiti e ciò che abbiamo realizzato. Solo nel primo tempo di Venezia non siamo stati in partita, in tutte le restanti partite abbiamo dimostrato ciò che siamo, le nostre forze, le nostre caratteristiche, le nostre potenzialità. Quasi tutte le sconfitte sono state immeritate rispetto alla prestazione. E di questo ringrazio tutti i ragazzi per l’impegno, la serietà e la disponibilità ogni giorno dimostrata in allenamento e in campo. Accettando con intelligenza tutte le mie decisioni».
Una rosa lunga la sua Reggina con tanti calciatori che inevitabilmente giocano poco. Tutti, però, sempre pronti a dare un contributo prezioso: c'è un segreto?
«Lavorare seriamente ed essere chiari ed intellettualmente onesti. Io parlo sempre con tutti. Spesso sono costretto a scelte difficili, a sacrificare più di uno che meriterebbe di partire dal primo minuto».
Pippo Inzaghi che sceglie Reggio ha fatto deflagrare i sentimenti del popolo amaranto. E non poteva essere diversamente per storia e palmares personali. Ma anche Pippo Inzaghi sembra vivere a meraviglia questa esperienza nel profondo Sud. Dal tuffo ad agosto alla mitica, ma maltrattata, spiaggia della “Sorgente” alla chiosa finale di “Sky Calcio Club” quando ha ribadito ai quattro venti – «Amici, ci vediamo a maggio, io me ne torno ai 20 gradi di Reggio, lì si sta che è una meraviglia» – quanto viva bene in Calabria: «A Reggio c'ero venuto solo per giocare, quindi in pratica non conoscevo niente. All’inizio ero curioso di vederla, come mi capita spesso in una città nuova. Che bella Reggio! Forse i residenti non avvertono le stesse sensazioni di chi arriva per la prima volta. Il clima è meraviglioso, il Lungomare è veramente unico. E poi la gente è cortese, rispettosa: quante volte passeggio sul Lungomare con mio figlio ma i tifosi non ti stressano, ti chiedono l’autografo, magari una foto; cose che ti fanno piacere».
Inizialmente Inzaghi fu sul punto di dire “No grazie”...
«Non pensavo di accettare. Ero reduce da un’esperienza forte, immaginavo di restare fermo. Sapere i nonni lontani per mio figlio non facilitava la decisione. Poi la telefonata di Cardona e la visita di Saladini, che venne a trovarmi fino a Formentera, per parlarmi della sua idea di Reggina e di quello che io avrei rappresentato. Gesto e parole che fecero scoccare la scintilla. Chi è Felice Saladini dopo questi primi mesi? Un presidente che sogna grandi traguardi per questa squadra. Una persona che non interferisce tecnicamente, che sa delle difficoltà e fa il massimo per metterci nelle migliori condizioni. Fino ad oggi ha fatto un miracolo».
Il suo quartiere generale familiare è proprio sul Lungomare, con vista sullo Stretto e panorami mozzafiato.
«Ed infatti anche i nonni di Edo (l’adorabile Inzaghi junior) non vedono l’ora di venire a trovarci: ci sentono così felici qui».
Anche la sua compagna si spende per curare una Reggio poco coccolata dai suoi stessi abitanti. Iniziative di impegno civico che riscuotono fiumi di consensi dal mondo social.
«È una persona molto sensibile; le piace e la gratifica dare una mano. Preferisce fare le cose impegnandosi in silenzio e poi comunicarle, perché renderle pubbliche spesso può essere un incentivo per gli altri».
Sinora la stagione ha i contenuti di una favola, ma alla ripresa, a metà gennaio, con un mercato che in B si prospetta importante, verrà la parte più difficile.
«Sarà un girone di ritorno molto più complicato rispetto all’andata. C’è più di una squadra costruita per vincere con giocatori importanti e rose molto forti, con storia e blasone da Serie A. Loro faranno di tutto per recuperare il terreno perduto. Noi non guardiamo indietro, non abbiamo la pressione di altri “condannati” a vincere. Ma siamo realisti allo stesso tempo: siamo dove siamo con merito, nessuno ci ha regalato niente, anzi siamo riusciti a rispondere agendo più velocemente rispetto ai programmi iniziali. A noi hanno solo chiesto di poter vedere una Reggina che divertisse i propri tifosi. E mi pare che ci siamo riusciti».
E i tifosi, anche per presenze al “Granillo” (Reggina quinta per spettatori dopo Bari, Genoa, Palermo e Cagliari), stanno ricambiando. Ormai quando c’è di scena la Reggina al vecchio “Comunale” si paralizza la città.
«Ricordo ancora adesso l’accoglienza al mio arrivo in aeroporto... E che bello vedere il nostro stadio riempirsi sempre di più. La curva Sud mi ha emozionato subito. Mandai il video ad Hernani per convincerlo a venire da noi, ribadendo che era la scelta più giusta, che c’era un entusiasmo contagioso. E in trasferta sappiamo che non siamo mai soli. In alcuni campi c’erano anche 2-3 mila persone».
Nessuna rivoluzione d’organico in vista ma anche la Reggina sarà attenta al mercato invernale. Sarà così?
«Migliorare questo gruppo non è facile. Intanto dovremo stare attenti a non alterare gli equilibri raggiunti. Di sicuro la società è vigile e si farà trovare pronta. Una cosa è cambiata rispetto all’estate: adesso in tanti ci chiamano perché la Reggina desta attenzione. Ma in estate quanta fatica...».
Intanto lei, stacanovista del lavoro a 360 gradi – «quando ho la possibilità guardo anche “Diretta Gol Serie C”... tra i rimbrotti della mia compagna» – sa come migliorare la squadra.
«Con il lavoro. Se perdi le partite dopo aver dominato, e ci è successo più di una volta, significa che dobbiamo migliorare alcune situazioni individuali e di gruppo».
Con Inzaghi sulla panchina amaranto, il tifoso già immagina uno strepitoso 2023. Il suo augurio qual è?
«Un anno di felicità e che continuiamo a rendere tutti orgogliosi di noi. Con un “Granillo” sempre più pieno di gente». Chapeau Mister Inzaghi.
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