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Reggina con la coscienza apposto. Ma ora deve battere il Modena

«Le norme dell’ordinamento sportivo non possono derogare nemmeno implicitamente all’applicazione della disciplina dell’ordinamento statale ovvero comportarne la sua disapplicazione». È quanto scrive, nero su bianco, la sezione Fallimentare del Tribunale di Reggio Calabria nelle motivazioni con cui, il 16 febbraio scorso, ha risposto negativamente all’istanza avanzata dalla Reggina per procedere al pagamento dei debiti tributari e contributivi nel rispetto delle scadenze federali.

La “Fallimentare”, nel merito della questione, aggiunge che «i crediti contributivi e tributari non rientrano tra quelli essenziali per la prosecuzione dell’attività d’impresa né tra quelli funzionali ad assicurare la migliore soddisfazione dei creditori». La sezione del Tribunale, in premessa, cita la norma di riferimento, l’art. 100 del Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza e nello specifico «l’autorizzazione al pagamento di crediti pregressi», delineando come «analogicamente anche agli accordi di ristrutturazione del debito, consente eccezionalmente il pagamento di crediti per prestazioni di beni o servizi maturati prima della presentazione della domanda, previa autorizzazione del Tribunale». Che nel caso della Reggina non è stata concessa.

L’indiscrezione. Sono parole che smontano molte tesi partorite da altre realtà calcistiche italiane, confermando invece la “buona volontà” del club amaranto di ottemperare alle scadenze fissate dalla Federazione. Una situazione che andrà approfondita dagli organi nazionali con il “guanto di velluto” perché inedita e delicata, con una società che nel rispetto dell’ordinamento Statale ha applicato quanto deciso da un Tribunale, non certo sulla base di supposizioni o convinzioni proprie.

A suffragare la correttezza e l’impegno della Reggina ci sarebbe anche una indiscrezione: al 16 febbraio nelle casse del club ci sarebbe stata una disponibilità economica ben superiore alla cifra richiesta (circa 2,8 milioni) per il pagamento dei contributi. Nessun problema di liquidità, dunque.

Brescia, tra paure e strategie. Il caso che riguarda la Reggina continua a scuotere l’ambiente della Serie B dopo la discussione avvenuta nel corso dell’ultima Assemblea di Lega. Ci sono società che, gettando la maschera, hanno palesemente preso posizione contro gli amaranto, tra la paura di retrocedere e l’opportunità di schierarsi. È il caso del Brescia che con il dg Luigi Micheli ha chiesto addirittura «l’esclusione» della Reggina in una conferenza stampa “improvvisata”.

La Ternana con gli amaranto. Ma ci sono anche molte società che invitano alla cautela e ad una analisi approfondita della vicenda che riguarda l’intero panorama calcistico professionistico. Il presidente della Ternana, Stefano Bandecchi, come al solito senza peli sulla lingua, è intervenuto perentoriamente sulla vicenda attraverso il portale “Tmw”: «La legge dello Stato – ha detto Bandecchi – supera quella della Figc e, anzi, la Federazione dovrebbe adeguarsi. Purtroppo ci sono tante persone di dubbia intelligenza che sfrutterebbero ogni occasione per trarne vantaggio. Sono dispiaciuto che qualcuno abbia solo pensato o proposto una penalizzazione o l’esclusione della Reggina dal campionato di Serie B. Devono rimanere dove sono senza se e senza ma».

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