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Reggina, la trattativa prosegue nel silenzio

Tiene banco la cessione societaria con l’imprenditore “misterioso” che prenderà il posto dell’uscente Saladini

Stadio Granillo di Reggio Calabria

Poco presente e tanto futuro ipotetico per la Reggina in questo momento. La strada verso la normalità è ancora lunga, con diverse questioni aperte e che dovranno essere chiarite. Uno dei capitoli più importanti è, ovviamente, quello del passaggio di proprietà. La trattativa esiste, è ben avviata, ma non si chiude. L’ipotesi che potesse arrivare una fumata bianca nel giro di pochi giorni appare meno credibile, benché un’accelerata sia sempre possibile.
Nella giornata di ieri è emerso un nome come possibile acquirente del club amaranto. Un importante imprenditore che ha sviluppato il suo business in Svizzera, puntando sull’abbigliamento d’alta qualità. Il suo profilo, per larghi tratti, corrisponde all’identikit tracciato come quello del potenziale acquirente della Reggina. Tuttavia, verifiche dirette non hanno confermato questa possibilità, divenuta diffuso argomento di conversazione tra i tifosi amaranto.
Resta, dunque, quantomeno il dubbio su chi possa essere colui il quale sta trattando con Felice Saladini l’acquisto della società. Un tema su cui la proprietà uscente, nell’ultimo comunicato, ha espresso la volontà di dare «tempestiva informazione dell’evolversi dei colloqui per la vendita del club». Una tempestività promessa che, in realtà, stride con la poca comunicazione dell’ultimo periodo e che recentemente si è limitata da una conferenza stampa per salutare l’omologa e ad un comunicato per annunciare, tra le altre cose, l’apertura ufficiale dei confronti per la cessione della società.
Il silenzio rumoroso di questi giorni, ad esempio, lascia campo campo a dubbi e incertezze su scelte della società che potrebbero, in realtà, avere una logica. L’ultima vicenda significativa riguarda gli 800.000 euro che il club deve pagare come somma residua del debito di 15 milioni di euro con l’Erario dopo lo stralcio del 95%.
Contrariamente a quanto si era immaginato, il club non ha saldato questa cifra entro il 20 giugno. Non lo ha fatto perché la scadenza in seguito alla sentenza di omologa del Tribunale è quella del 12 luglio. Trattandosi, in teoria, di tasse non pagate entro il termine perentorio per le iscrizioni al campionato, ci sono anche previsioni “apocalittiche” sulla vicenda.
Il caso Reggina, però, è sui generis in un calcio che per la prima volta ha dovuto interfacciarsi col nuovo Codice della Crisi dell’Impresa e dell’Insolvenza. Proprio nel mese di aprile il Consiglio Federale ha deliberato delle regole ad hoc. Alle società che, come la Reggina, hanno ricevuto sentenza di omologa del piano di ristrutturazione del debito è stato richiesto di presentare con la documentazione dell'iscrizione «copia conforme all’originale» del provvedimento. Così come di osservare entro il 20 giugno «gli adempimenti previsti dai medesimi provvedimenti» e «per quanto non diversamente prescritto» gli adempimenti normalmente da svolgere secondo le regole per l’iscrizione ai campionati. Norme che forse non chiariscono né in un senso, né in un altro rispetto al caso specifico degli amaranto. Il dato non opinabile è che la Reggina è perfettamente in linea con i pagamenti in base alle scadenze dell’omologa.
Al di là, però, delle interpretazioni è bene ricordare che la Reggina si è fatta seguire in tutto il percorso da uno staff qualificato di tecnici. La società amaranto, tra l’altro, è arrivata a pagare circa sette milioni per chiudere la stagione tra stipendi e tasse.
La posizione della Reggina, come in realtà quella di tutte le altre squadre, è al vaglio della Covisoc. La vicenda regala qualche brivido, ma non sposta di molto l’ottimismo del club sull’iscrizione. Certo è che la vendita potrebbe materializzarsi solo dopo la chiusura della questione...

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