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Reggina, al via la partita... con il Tar. Oggi l’audizione delle parti

Stamani alle 11 è in programma il primo atto per la riammissione. I legali del club amaranto chiedono la sospensione dell’efficacia di tutti gli atti che hanno determinato l’esclusione

La partita della Reggina al Tar del Lazio inizia oggi e, volendo utilizzare una metafora calcistica, si gioca in un match diviso tra andata e ritorno. L’avversario è ovviamente un destino che la vedrebbe non ammessa al campionato di Serie B, in attesa dell’ulteriore ed eventuale ricorso al Consiglio di Stato. Si gioca per la prima volta nel campo della giustizia ordinaria. Alle ore 11 è prevista l’audizione delle parti, l’udienza da cui arriverà la sentenza è invece fissata al momento per l’11 agosto.
Quello odierno non è un appuntamento decisivo, ma neanche interlocutorio. I legali del club amaranto hanno, infatti, fatto «istanza di misure cautelari monocratiche». La Reggina chiede cioè che un’immediata e provvisoria sospensione dell’efficacia di tutti gli atti che ne hanno determinato l'esclusione dal campionato cadetto. Il riferimento, tra i diversi passaggi di quest’estate, è anche e soprattutto alla delibera del Consiglio Federale del 7 luglio e alla decisione del Collegio di Garanzia dello Sport sul caso amaranto.
L’eventuale accoglimento della richiesta sarebbe un provvedimento valido solo temporaneamente e fino al momento della sentenza. Tuttavia, un via libera momentaneo per la Reggina equivarrebbe a chiudere la partita d’andata con un gol di scarto. Si avrebbe un primo riscontro sulla sensibilità della parte giudicante sulle motivazioni portate avanti dalla Reggina.
L’esito opposto ribalterebbe, invece, la percezione della vicenda in vista degli sviluppi futuri. Per la definizione delle cose occorrerà in ogni caso attendere fino alla sentenza con un esito che sarebbe da considerare incerto fino alla fine.
Il club amaranto si avvale di un pool di avvocati di alto livello: Fabio Cintioli, Enrico Lubrano, Donato Patera e Paolo Rodella. Sono loro i “giocatori” a cui i tifosi della Reggina affidano le loro speranze in un’estate in cui il calcio è passato dal rettangolo verde ai tribunali.
La vicenda è ormai nota: la società dello Stretto ha ottenuto un’omologa del piano di ristrutturazione del debito lo scorso 12 giugno. Gli si contesta il mancato pagamento entro il termine calcistico perentorio del 20 giugno di 757.000 euro (pendenze erariali) e si sottolinea che la sentenza di omologa non sia ancora definitiva. La posizione della Reggina è quella di chi aveva seguito le indicazioni di pagamento previste nel piano omologato dal Tribunale, non risultando dunque inadempiente per le leggi ordinarie. Il club aveva, tra l’altro, saldato entro il 20 giugno con oltre cinque milioni di euro gli altri pagamenti previsti dalle norme.
Ai primi di luglio, seppur dopo il limite, è stata pagata anche la cifra contestata. A ciò per per per la società si aggiunge il poter contare su una sentenza di omologa già esecutiva e la notazione secondo cui le regole introdotte dal calcio in merito, già dopo che la società di via delle Industrie aveva iniziato il suo percorso di ristrutturazione del debito, non potrebbero essere retroattive.
Tutti argomenti di difesa che non hanno trovato tuttavia alcun riscontro favorevole nell’ambito della giustizia sportiva. La Reggina confida che, invece, passando per la strada della giustizia ordinaria, gli esiti possano favorevolmente cambiare.

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