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La Reggina “bocciata” anche dal Tar. Saladini: "La geografia ha il suo peso". Brunetti e Latella: "Colpo mortale a un intero movimento"

La sempre più vicina estromissione dai campionati professionistici significherebbe “fine della storia” per il club, dopo la rifondazione del 2015 ed in attesa di un’eventuale ripartenza dal basso

Il presidente Saladini

Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso della Reggina contro l’esclusione dal campionato di Serie B. Le motivazioni della sentenza di ieri arriveranno nei prossimi giorni, ma il solo dato di fatto dice moltissimo. Non ancora tutto perché c’è ancora una possibilità al Consiglio di Stato, ma l’incubo inizia a materializzarsi. L’immagine della Reggina fuori dal professionismo comincia ad essere nitida all’orizzonte. Il Tar rappresentava, infatti, il primo passaggio davanti alla giustizia ordinaria. Una dimensione in cui si ipotizzava che le ragioni del club amaranto potessero acquisire maggiore valenza. La sempre più vicina estromissione dai campionati professionistici significherebbe “fine della storia” per il club, dopo la rifondazione del 2015 ed in attesa di un’eventuale ripartenza dal basso.

Una sconfitta per tutti, tranne che per i tifosi che in questi anni hanno dimostrato tanto affetto ed amore nei confronti dei colori amaranto. Loro vincono sempre, ma il paradosso è che, alla fine, sarebbero proprio loro a perderci più di tutti con quello che sta per accadere. Si avvicina l’ennesima caduta di una città che è in un momento difficile dal punto di vista sociale ed economico. Tant’è che lo stesso senso di abbandono che si vive in alcuni ambiti quotidiani lo si è ritrovato nella situazione vissuta dalla Reggina nell’ultimo periodo. Il club, come entità rappresentativa del territorio, è rimasto solo, e senza scudi che sostenessero la debolezza tangibile in queste settimane. I malcelati attacchi provenienti da figure più o meno importanti hanno sempre fatto più rumore delle difese. Di quelle che ci sono state e di quelle che sono mancate. L’inconsistenza del contesto non deve, però, far passare in secondo piano ciò che ha portato la Reggina a quella che si avvia ad essere una situazione di non ritorno. La gestione ha fatto delle scelte, pur seguendo una legge di Stato, ed ha forse sottovalutato i rischi di ciò che avrebbe determinato intraprendere una strada nuova e ignota per il mondo del calcio.

A Roma anche la proprietà

«Siamo tutti stupefatti dalla decisione del Tar» ha scritto sul suo profilo Facebook Felice Saladini. Il post dell’imprenditore lametino è una novità comunicativa, dopo settimane in cui si sono avuti solo comunicati stampa. Saladini era presente a Roma in occasione dell’udienza al Tar del 2 agosto. «Non potevo credere alle mie orecchie – ha aggiunto – quando ho sentito dire all’avvocato della Figc che la Reggina non sarebbe stata ammessa. Questo dopo aver salvato l’anno scorso un club che non poteva iscriversi al campionato e, usando una legge dello stato, ristrutturato il suo debito garantendo nel corso dell’anno testa, cuore e soldi per dare lustro ad un intero territorio». Poi la conclusione: «Pure la collocazione geografica sembra abbia il suo peso. Nonostante tutto, conservo la mia fiducia nelle istituzioni. Ci rifaremo al Consiglio di Stato».

Tutelare i colori

«La sentenza del Tar rappresenta un colpo mortale all’intero movimento calcistico reggino. Una condizione inaccettabile che penalizza in maniera pesantissima un intero territorio. La nostra comunità paga incolpevolmente una vicenda che di sportivo non ha proprio nulla e che di fatto ha prodotto l’espulsione della nostra Reggina dal sistema calcio professionistico. Un fatto gravissimo, con pesanti ricadute anche sotto l’aspetto economico, sociale ed occupazionale, sul quale chiederemo vengano pienamente accertate tutte le responsabilità, a partire da quelle societarie». È quanto affermano in una nota congiunta il sindaco facente funzioni del Comune di Reggio Calabria Paolo Brunetti ed il consigliere delegato allo Sport Giovanni Latella. «Da parte nostra – prosegue la nota – da istituzioni responsabili, abbiamo il dovere di tutelare i colori amaranto e l’intero movimento sportivo reggino. Abbiamo già attivato tutte le procedure previste dal diritto sportivo per fare in modo che la squadra della nostra città possa essere iscritta ad un campionato di rilevanza nazionale. E proseguiremo su questo indirizzo con l’obiettivo di tutelare la maglia amaranto a prescindere dalla categoria, nel rispetto dei tifosi e di tutti i reggini».

Il futuro

Davanti ci sono altri giorni di incertezza e un gruppo di giocatori che continua ad allenarsi al “Sant’Agata” in una situazione complessa. Ci sarà qualcuno che si prenderà la questione in carico? Anche perché non bisogna dimenticare che lo scorso 20 luglio è stata ufficializzata la cessione del 100% delle quote a Manuale Ilari, benché l'acquisizione sia subordinata ad una Serie B ormai difficile. Sarà, inoltre, da capire come l’attesa per il Consiglio di Stato sarà compatibile con i primi passi quantomeno preventivi verso l’organizzazione di una ripartenza, nella migliore delle ipotesi, dalla Serie D. Secondo indiscrezioni esisterebbe la disponibilità da parte di alcuni imprenditori a far ripartire il calcio a Reggio. Temi destinati a diventare attuali a brevissimo.

Oggi in Federcalcio si parla di ripescaggi

La Reggina non s’arrende e spera fino all’ultimo che il Consiglio di Stato riconosca le sue ragioni. Il Consiglio Federale, intanto, convocato per oggi in via Allegri ha tra i punti all’ordine del giorno anche i ripescaggi, ma la situazione del format della B – che i club all’unanimità hanno ribadito a 20 squadre – non si toccherà, proprio perché l’epoca dei ricorsi non è ancora finita. Si aspetterà il Consiglio di Stato, ma è probabile che gli attuali tesserati amaranto chiedano di andare via. A meno, infatti, di clamorosi ribaltoni, anche l’ultimo grado della giustizia ordinaria non riammetterà la Reggina. I primi a liberarsi potrebbero essere Di Chiara e Rivas che sono finiti nel mirino del Palermo. Galabinov ha preso, invece, la direzione di Venezia e Canotto quella di Catanzaro. Ci sarà la grande fuga. Con la valigia anche Crisetig che piace a diverse formazioni cadette.

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