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Reggina, il Consiglio da Stato è l’ultima spiaggia: ecco come ci si arriva

Ricorso presentato, si discute il 29 agosto?

Il 29 agosto è una data ben chiara nella mente dei tifosi della Reggina. Da settimane la si indica come il giorno in cui è prevista l’udienza al Consiglio di Stato, benché ci sia chi non esclude un anticipo. Un’eventualità che sarebbe auspicata perché, se non altro, permetterebbe di accorciare la durata della prova di resistenza a cui è sottoposto l’intero ambiente amaranto e che ormai dura dall’inizio del mese di giugno. Tutti sanno che le speranze non sono tantissime, ma fino a quando c’è una possibilità l’intenzione è quella di giocarsela.
Toccherà ai legali del club individuare lo spiraglio per ribaltare una situazione che, in questo momento, vede la Reggina esclusa dal campionato di Serie B. Tutto è tornato a ruotare attorno a quel pagamento da circa 750.000 euro. Secondo i riscontri avuti fino ad ora doveva essere pagata rispettando la perentorietà del termine calcistico del 20 giugno. Si spera che il Consiglio di Stato, invece, dia valenza al fatto che il club amaranto potesse pagare entro una data successiva, secondo quanto indicato dalla sentenza di omologa del piano di ristrutturazione del debito emessa dal Tribunale di Reggio Calabria. Quel pagamento la Reggina, come si ricorderà, annunciò poi di averlo fatto il 5 luglio.
Ieri scadevano i termini per il ricorso e la società ha prodotto l’incartamento. A Roma nella data decisiva ci saranno anche i tifosi amaranto, desiderosi di seguire da vicino l’atto decisivo di questa difficile estate. Quasi come se si trattasse di una partita da giocare. Lo hanno annunciato nel corso della bella manifestazione di mercoledì che si è rivelata un vero e proprio inno alla compattezza. Tifosi, dirigenti, dipendenti del club e giocatori hanno voluto dimostrare di essere tutti dalla stessa parte. Quella di chi non vuole ammainare la bandiera e, ognuno per quelle che sono le proprie possibilità, intende fare il massimo per spingere nella direzione giusta una situazione che resta complessa.
Al Consiglio di Stato si va con un organigramma quasi azzerato, con una società messa in mora dai calciatori che non si allenano al centro sportivo e con un’evidente frizione tra l’ambiente e una proprietà uscente (vendita annunciata il 20 luglio, anche se con accordo dipendente dall’iscrizione) di cui non si hanno tracce a livello comunicativo. Men che meno dopo la lettera con cui la squadra ha annunciato la propria azione collettiva, puntando in maniera inequivocabile il dito contro i vertici. «Siamo stati - hanno scritto i calciatori - completamente abbandonati dalla proprietà e dalla presidenza da mesi e mesi».
Qualcosa, però, potrebbe cambiare in generale. Non è infatti da escludere che nei prossimi giorni i giocatori possano tornare ad allenarsi insieme. Le modalità e chi li guiderà sarebbero ovviamente tutte da scoprire, ricordando come mercoledì Inzaghi si sia congedato dalla sua avventura in amaranto. Una scelta, quella di tornare ad allenarsi, che sarebbe un autentico barlume di speranza e che forse stimolerebbe persino più fiducia in vista del ricorso al Consiglio di Stato.

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