Consapevolezza. È questo il sentimento più diffuso tra i tifosi della Reggina nel momento più delicato degli ultimi anni. Lo sguardo è al giorno dell’udienza al Consiglio di Stato (ufficiale, udienza il 29 agosto), ma il pensiero va anche a ciò che dovrà accadere qualora le cose non dovessero andare bene. Non serve neanche alla scaramanzia evitare di dire che il destino più probabile resta quello maggiormente negativo. Una prospettiva che aprirebbe all’ignoto di una ripartenza dal nulla. Ciò che di meglio arriverà sarà, ovviamente, tanto di guadagnato.
Un pensiero già recepito dalla tifoseria che, in occasione della manifestazione di mercoledì al “Granillo”, ha lanciato messaggi lungimiranti e costruttivi. Fino a quando ci sarà la possibilità di ritrovare la Serie B, c’è però tutta l’intenzione di dimostrare che Reggio Calabria è ancora al fianco della propria squadra.
Nel corso dell’evento organizzato dalla Curva Sud la posizione del tifo è stata espressa in modo chiaro. «Sappiamo – hanno spiegato i sostenitori – che le speranze sono ridotte, però abbiamo il dovere di crederci. Per questo ci stiamo mobilitando per presenziare il 29 agosto a Roma». La mobilitazione avrà un’unica matrice: la regginità. L’obiettivo è coinvolgere ultras, tifosi, famiglie e tutti i reggini in generale. Si va verso un’altra dimostrazione di compattezza che continua ad essere l’unica base certa per il futuro.
La rabbia è tangibile. Per un pagamento di circa 750.000 che rischia di costare la Serie B solo perché non effettuato entro il 20 giugno e che poteva essere fatto prima per evitare problemi. Per aver involontariamente prestato il fianco all’applicazione di regole che corrispondono a sanzioni enormi rispetto alla effettiva portata degli errori di valutazione commessi, senza dimenticare però i margini di interpretabilità rilevati anche da esperti della materia giuridica. Tra i tifosi si fatica ad accettare i silenzi e la condotta negli ultimi due mesi della proprietà. Non a caso è forte il clima di contestazione nei confronti di Felice Saladini. Con grande coraggio si sta guardando anche oltre. Oggi si parla, infatti, senza paura di un eventuale “piano D” per una ripartenza dai dilettanti che non spaventa più di tanto i reggini.
«Basta – hanno tuonato i tifosi – usare la Reggina come un giocattolo». Un messaggio che appare quasi come un’indicazione rivolta alle istituzioni, in vista di quella che potrebbe essere l’apertura delle manifestazioni di interesse per la creazione di una nuova società e la successiva scelta del progetto tra quelli presentati.
Reggio Calabria pretende che si dia, eventualmente, spazio a «proposte serie, concrete e credibili», con una «programmazione solida che sia di fatti e non parole». Un pragmatismo che non è teorico, ma più che mai empirico considerate le evoluzioni degli ultimi anni. Una catena di fatti che ha inevitabilmente reso la piazza disillusa e disincantata, pur restando sempre molto sensibile a undici maglie amaranto che rappresentano la città su un rettangolo verde.
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