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Taibi: "Io per la Reggina ci sarò sempre. Disposto a rimanere anche in D"

L’ormai ex direttore sportivo amaranto ripercorre un anno iniziato con grandi ambizioni e concluso nel peggiore dei modi

È tornato a parlare Massimo Taibi, ormai ex ds della Reggina, che ha incontrato la stampa durante una conferenza moderata dal giornalista Francesco Romeo. Ha raccontato tutto quello che è accaduto fino alla decisione del Consiglio di Stato: «Provo dispiacere – ha dichiarato – per come sono andate le cose. Sono deluso per i tifosi, per la città e per noi che credevamo in un altro finale. Purtroppo è andata male. Mi preme ringraziare tutti coloro che hanno sostenuto questo percorso e in modo particolare i ragazzi della Curva Sud, venuti fino a Roma. La storia della Reggina, targata Saladini, ha avuto inizio nel giugno del 2022. I nuovi dirigenti hanno ereditato parecchi debiti e il nostro obiettivo primario, un anno fa, era centrare una salvezza tranquilla. Improvvisamente sono poi cambiate le strategie dirigenziali e si è deciso di puntare su Inzaghi, tant’è che ho liberato Stellone. È stato aumentato anche il budget che, inizialmente, era di 7 milioni e mi è stato comunicato di fare un mercato importante e cosi è stato. Non decido io quanto deve spendere un club e ci tengo a precisare che mi sono sempre attenuto alle indicazioni della proprietà. Credo di aver svolto il mio lavoro con onestà, anche se sono stato criticato per non aver prodotto alcuna plusvalenza, ma non è la verità. Dal settore giovanile è arrivato poco. Forse si poteva investire sui cartellini, anche se gli imprenditori che dal 2018 si sono succeduti al timone della Reggina avevano idee differenti dalle mie. Si era deciso di cedere Rivas per 1,6 milioni, ma l’operazione è stata bloccata per le ambizioni di vittoria del gruppo Saladini».
Asticella su, poi la retromarcia «Lo scorso gennaio, mentre mi trovavo a Londra – prosegue Taibi –, mi ha chiamato la proprietà dicendomi di rinforzare la rosa con quattro elementi di spessore. Eravamo secondi in classifica e il club aveva deciso di alzare l’asticella. Immediatamente mi sono dato da fare bloccando i calciatori. Le trattative erano in dirittura d’arrivo, ma improvvisamente lo stesso patron, a distanza di ventiquattrore dalla prima telefonata, ha fatto retromarcia chiedendomi di non fare investimenti. Ho dovuto fare di necessità virtù e da quel momento in poi la squadra è entrata in sofferenza, complice pure alcune voci che mettevano in dubbio il percorso di omologa che si stava facendo. Si parlava di un pesante -12 di penalizzazione. Siamo rimasti uniti e va anche detto che i calciatori hanno preso puntualmente lo stipendio».
Il ds si è soffermato sul post-Ascoli: «Al termine della gara con i marchigiani – ha rivelato – qualcosa è accaduto ed i rapporti tra la squadra e la proprietà, me compreso, si sono interrotti. Sono successe situazioni antipatiche. Ho sempre pensato che i panni sporchi vadano lavati in famiglia e non davanti ai dirigenti avversari. Da lì ha avuto inizio il nostro calvario, ma non avrei mai immaginato un simile epilogo. Aggiungo che ci siamo recati a Bolzano senza sentire nessuno dei dirigenti. Il 21 giugno ci è stato, inoltre, riferito del mancato pagamento di 757 mila euro e dal quel momento si è creata tanta confusione. Ho supplicato i calciatori a non andare via, ma c’era malumore. La situazione stava precipitando e anche i dipendenti del “Sant’Agata” iniziavano a non ricevere gli emolumenti, pur rimasti sul posto di lavoro con grande dignità. A luglio ho chiesto ai giocatori di riprendere gli allenamenti. Pur rimanendo solo, la squadra è tornata in campo. Oltre al supporto della gente, ho avuto quello delle istituzioni e ringrazio Carmelo Versace, Paolo Brunetti e anche l’onorevole Cannizzaro».
Nel futuro ci sarà ancora Taibi? «Ho letto da più parti che io sponsorizzerei delle cordate. Io faccio il ds, non l’imprenditore. Sono stato contattato da qualcuno che ha interessi al nord. Quest’ultimo mi ha chiesto se fossi intenzionato a dare una mano e non potevo tirarmi indietro. Ho riposto che non faccio distinzione di categoria. Per me la Reggina è una questione di cuore e sarei disponibile a rimanere anche in D. È un gruppo di Milano che ho conosciuto a Reggio. Io metto a disposizione la mia professionalità, mi auguro che ci sia la voglia di investire. Da qualche giorno ho bloccato alcuni calciatori, ma non c’è ancora nulla di certo. Confermo anche l’eventuale presenza di Emanuele Belardi nel caso in cui dovesse esserci la fumata bianca. Se, invece, la Reggina non ripartirà da me, tornerò spesso in città come semplice tifoso a seguire le partite».
Chiusura sulle dichiarazioni di Cardona: «Ha detto due inesattezze, ma non mi va di fare polemiche. La prima su Crisafi, preso dal sottoscritto e la seconda su quel progetto in Africa insieme a Mariotto portato avanti da me. Successivamente, essendo Geria un profondo conoscitore di giovani, ho chiesto a lui di andarci».

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