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Sulla rinascita della Reggina "pesa" il caso "Dante Alighieri": la città si divide sulla nuova società

La città oggi è disillusa dopo le ultime esperienze societarie. Il nuovo dg ha dato l’idea di aver carpito che ci sarà molto da dimostrare

«Dovremo correre – ha spiegato il neopresidente Virgilio Minniti – per svolgere tutte le operazioni necessarie all’iscrizione. Ci dobbiamo mettere subito al lavoro per fare tutto quello che servirà». Il massimo dirigente amaranto è di Melito Porto Salvo. Al tavolo con lui c’erano il direttore generale Antonino Ballarino (nonché presidente di Orizzonte docenti, azienda di riferimento per la proprietà della nuova Reggina), il vicepresidente Fabio Vitale e l’avvocato Ferruccio Sbarbaro che assiste la società.
«Entro lunedì – ha spiegato Ballarino – alle 12 depositeremo tutta la documentazione per l’iscrizione. Il nome Fenice Amaranto è stato scelto perché vogliamo far risorgere la Reggina. Vogliamo dimostrare che si può fare calcio al Sud e la Reggina ha già dimostrato di poterlo fare».
La città oggi è disillusa dopo le ultime esperienze societarie. Il nuovo dg ha dato l’idea di aver carpito che ci sarà molto da dimostrare. «Avete ragione, perché – ha spiegato – stiamo partendo tutti da zero. Io sono qua per colpa (ride, ndr) di Virgilio Minniti, mio partner lavorativo da diversi anni. Quando è arrivata la sentenza del Tar mi ha detto che dovevamo fare qualcosa per Reggio Calabria».
«La capacità nostra – ha proseguito Ballarino – deve essere quella di valorizzare due strutture come il “Granillo” e soprattutto il “Sant’Agata”. Oggi non sappiamo quale sarà il nostro nome per quest’anno. Dobbiamo, però, sapere di essere la Reggina. Per crescere dobbiamo essere coscienti di dove siamo, cioè in D e senza pensare di essere da Serie B e sbagliare».
Ora c’è da correre per programmare la prossima stagione. «I responsabili del progetto – ha evidenziato Ballarino – sono già al lavoro da diversi giorni. Abbiamo già contatto delle persone per quel che riguarda i tecnici. Dopo partiremo per la formazione della squadra. Tutte le altre si sono già attrezzate, noi dobbiamo correre».
«Non so – ha dichiarato il dg – in quanto tempo, ma io mi auguro di riportare la Reggina dove è stata abbandonata e magari ai fasti di un tempo».
E poi anche un passaggio sulla questione che ha fatto sforare la questione Reggina in ambiti diversi da quelli del calcio, cioè l’Università per Stranieri. «Noi – ha spiegato – non siamo l'Università Telematica Orizzonte Docenti di Catania, noi siamo soltanto Orizzonte Docenti. Ad oggi, ma credo nemmeno domani, non abbiamo intenzione di andare a prendere la “Dante Alighieri”».

Intanto si sprecano i commenti dopo che l’amministrazione comunale ha affidato alla società “La Fenice Amaranto” la prosecuzione del calcio cittadino. Il primo a intervenire è il presidente regionale del Coni Maurizio Condipodero: «Credo sia stata fatta la scelta più logica. Brunetti, a mio parere, ha individuato le figure idonee per far ripartire la Reggina. Aggiungo che il progetto della nuova proprietà è a medio e lungo termine, per cui mi auguro che la squadra, nel giro di un anno, possa ritornare tra i professionisti. Reggio merita altri palcoscenici, ma non si poteva fare altrimenti alla luce della precedente gestione. Nel corso dell’estate purtroppo è successo di tutto e staremo a vedere cosa accadrà. Non vedo l’ora comunque di andare allo stadio come, peraltro, il resto dei tifosi».
Il consigliere comunale Nino Zimbalatti, che lo scorso 29 agosto ha vissuto direttamente da Roma la sentenza negativa arrivata dalla sede del Consiglio di Stato, è deluso per la vicenda: «Sono amareggiato. Sembra che la decisione del Comune sia stata un “parto pilotato” e spero di essere smentito. Ad oggi non penso di frequentare il “Granillo”, anche se potrei sempre cambiare idea. Abbiamo vissuto due mesi travagliati e non vorrei che ci rimanessero gli stessi problemi».
Non si fa attendere il parere dell’ex presidente Mimmo Praticò che nel luglio del 2015 salvò il calcio cittadino: «Quando qualcuno si fa avanti e ci mette la faccia è sempre una bella notizia. Auguro alla “Fenice” le migliori fortune. Sottoscriverò ancora una volta l’abbonamento. È da sessant’anni che vado al “Granillo” e ci sarò, ripeto, anche nel corso della nuova stagione. Acquistai la tessera stagionale quando divenni presidente e lo feci per dare l’esempio».
Esprime soddisfazione anche il dottore Eduardo Lamberti Castronuovo: «Sono felice che la situazione della Reggina si sia risolta. Nessuno comunque pensi di metterla in correlazione con l’università “Dante Alighieri. Avrei preferito una soluzione con imprenditori locali, ma questa, evidentemente, non è una strada da noi percorribile: chi viene da fuori è sempre preferito all’indigeno. Capita così anche per quanto riguarda il comparto della sanità. Comunque forza Reggina, quella vera!».
Ha raccontato nel corso di questi mesi il “caso” amaranto anche il consigliere comunale Massimo Ripepi che con le dirette su Facebook “denuncia” quotidianamente i problemi della città: «Una scelta andava fatta. Dobbiamo però rimanere cauti, non esaltandoci più di tanto. Le parole adesso dovranno essere suffragate dai fatti. Purtroppo ci sono alcuni punti oscuri che non mi lasciano tranquillo e mi riferisco alla questione dell’“Alighieri”. Con quella lettera sulla “Dante” non è stato fatto altro che dare l’esca ai predatori. Il calcio è una cosa e l’università è un’altra e non possono andare assolutamente a braccetto. Non vorrei che dietro la scelta di affidare la prosecuzione del calcio cittadino alla “Fenice” ci fossero altri interessi».
Il dottore Nino Cilea, originario di Saline Joniche, dichiara: «Speriamo che la nuova dirigenza possa riportare la squadra dove merita. Impegni permettendo, cercherò di recarmi allo stadio perché sono tifoso della Reggina fin dai tempi della presidenza Matacena».

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