La Corte d'Appello di Reggio Calabria scrive il secondo atto del processo “Antibes”. Confermate - anche se con pene rideterminate e in tre casi la riqualificazione del reato - le tredici condanne già emesse in primo grado dal gup il 22 dicembre del 2016 a conclusione del giudizio con rito abbreviato.
La sentenza - riporta la Gazzetta del Sud in edicola - emessa dal collegio presieduto da Concettina Garreffa riguarda tutti presunti affiliati della cosca di 'ndrangheta Franco, l'omonima famiglia che storicamente avrebbe la propria roccaforte nell'area sud della città tra la frazione Pellaro e Lazzaro di Motta San Giovanni.
Si passa da 165 a 93 anni complessivi. L’inchiesta ruota intorno alla cattura di un latitante: il 72enne Giovanni Franco, arrestato a novembre 2013 in una villa in Costa Azzurra.
La sentenza: Giovanni Franco (classe 1947) è stato condannato a 12 anni 5 mesi e 10 giorni di reclusione, Natale Cozzupoli (classe 1945) a 12 anni, Antonio Giuseppe Franco (classe 1944) a 8 anni, Paolo Franco (classe 1979) a 8 anni, Francesco Cozzucoli (classe 1946) a 8 anni, Alfredo Dattola (classe 1952) a 7 anni, Nicola Domenico D'Ascola (classe 1970) a 6 anni, Giuseppe Oliva (classe 1949) a 6 anni, Filippo Oliva (classe 1953) a 6 anni, Cosmo Montalto (classe 1971) a 6 anni, Vincenzo Cicciù (classe 1963) a 6 anni e 6 mesi, Alessandro Pavone detto “Sandro” (classe 1978) a 6 anni e 6 mesi, Carlo Cavallaro (classe 1945) a 1 anno di reclusione. A Cavallaro è stato concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena e gli è stata revocata l'interdizione temporanea dai pubblici uffici; ad altri imputati è stato infine ridotto il periodo di libertà vigilata (due anni ad Antonio Giuseppe Franco, Paolo Franco e Francesco Cozzucoli, un anno ad Alfredo Dattola, Nicola Dascola, Giuseppe Oliva, Filippo Oliva, Cosmo Montalto, Vincenzo Cicciù e Alessandro Pavone).
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