L’autorevolezza dei Condello e la spartizione delle zone per il recupero delle somme dovute da imprenditori. Il tutto con il controllo di settori che fanno gola alle cosche con ricavi milionari. Uno di questi è quello delle sale da gioco e delle slot machine. Nell’ordinanza firmata dal gip Caterina Catalano emerge tra le altre cose la caratura di Demetrio Condello che aveva deciso di assecondare la richiesta di un imprenditore leccese, operante nel settore delle macchine da gioco che vantava un credito, nei confronti di alcuni gestori di una sala giochi sita a Pellaro. A giudizio degli investigatori si tratta «di una vicenda in cui emerge il metodo mafioso e la forza d'intimidazione propria della ’ndrangheta reggina che è stata messa a servizio di espressioni imprenditoriali attive in un settore storicamente appannaggio della cosca Condello che riconosceva quale vertice Domenico Condello inteso “Gingomma”, di cui il fratello Demetrio era rappresentante (a cagione della detenzione del primo) svolgendo ruoli dirigenziali all'interno dell'organizzazione».
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