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Rosarno, un anno dopo la frana. Incubo senza fine per i residenti sfollati: "Abbiamo paura di non tornare mai più a casa nostra" FOTO | VIDEO

Sono trascorsi quasi 14 mesi dalla frana che colpì Rosarno ed i residenti di via Pitagora. Erano le 19:05 del 15 gennaio 2021 quando un boato squarciò la tranquillità della cittadina della piana di Gioia Tauro al confine tra le province di Vibo e Reggio Calabria. I cittadini scesero in strada pensando fosse il terremoto, ma quel fragoroso rumore era stato provocato da una frana. La pioggia battente provocò il dissesto del terreno sottostante un palazzo di quattro piani. Sprofondò tutto, la sabbia e la terra inghiottirono macchine e tutto ciò che c'era lì sotto. Allora come oggi, trascorso più di un anno, tutto è rimasto inalterato. L'edificio pericolante minaccia le abitazioni sottostanti e circa 15 famiglie (una cinquantina di persone in totale) sono state costrette a lasciare le proprie case e spostarsi da parenti ed amici. A spostarsi anche in case in affitto e in una struttura adibita (un residence) nella vicina San Ferdinando. Donne, uomini, madri e padri di famiglia, bambini, anziani, disabili. Tutti fuori dalle proprie case, alcune di esse gravemente lesionate dal movimento franoso.

Trascorso più di un anno il Comune di Rosarno (all'epoca della frana c'era il sindaco Giuseppe Idà, oggi ci sono i commissari dopo lo scioglimento dell'amministrazione comunale in seguito all'operazione "Faust") si ritrova con le casse vuote e non avrà più la possibilità di garantire le spese a coloro che alloggiano a San Ferdinando, dove ci sono famiglie con figli costretti a vivere nell'arco di appena 30 metri quadri. Tra pastoie e lungaggini burocratiche la situazione in via Pitagora è rimasta tale e quale al gennaio 2021. Il Comune ha dovuto provvedere ad istituire una sorta di zona rossa evacuando le abitazioni della zona (sotto il palazzo abusivo come confermato anche a "Le Iene" c'è anche un Consorzio agrario) e la situazione non lascia tranquillo nessuno. Traversine strette delimitano lo spazio tra una fila di case e l'altra, ma nonostante ciò la "zona rossa" è stata delimitata solo fino a un certo punto. Una "zona rossa" però servita solo per far evacuare le persone dalle proprie case, anche perché lì in via Pitagora l'accesso è aperto a chiunque... Stamattina a Rosarno, per una serie di sopralluoghi effettuati anche in altre zone, è arrivata l'assessore regionale alle Politiche Sociali Tilde Minasi. Quest'ultima ha incontrato i commissari Emilio Buda e Roberta Mancuso e ora l'obiettivo è portare la questione direttamente sul tavolo del presidente Occhiuto.

La voce dei residenti

In via Pitagora abbiamo incontrato alcuni residenti sfollati. Tra di loro Alfredo Corrao: "Siamo davanti a questo scempio, a questa situazione che ci fa sempre paura. Temiamo per le nostre case, temiamo per noi e le nostre famiglie. Non abbiamo dove andare e il Comune non ci viene incontro. Dicono che stanno trovando delle risorse per pagare gli approvvigionamenti per gli affitti. Chi può paga, e chi non può? Molti prendono una pensione di 500 euro, pure io vado e vengo da San Ferdinando con tre figli. Il Comune si è lavato le mani evacuandoci, sfollandoci di forza dopo una vita di sacrifici. Noi non abbiamo colpe per quello che è successo".

Tra coloro che sono stati costretti a lasciare le proprie case anche tanti anziani che ora non hanno più alternative e si dicono pronti a fare rientro a casa loro. Tra chi non riesce più a pagare l'affitto, tra chi non riesce più a fare la spola vivendo a fasi alterne dai figli. Sono esausti e chiedono alle istituzioni che vengano presi gli adeguati provvedimenti. "Da quel 15 gennaio 2021 siamo senza casa - sottolinea Carmela - ed è da undici mesi che sono da mia suocera in una casa di 45 metri quadri con mio marito e i miei figli. Di fronte a questa situazione sono stata costretta a prendere una casa in affitto. Vogliamo solo i nostri diritti, voglio essere pagata per i soldi che sto spendendo per l'affitto. Non sappiamo cosa fare, il nostro timore è che non rientreremo mai più a casa nostra. Il pericolo è costante, siamo rovinati".

I commissari: "Coinvolta la Regione. Assumere a brevissimo delle decisioni"

"Abbiamo fatto vedere all'assessore Minasi la realtà di via Pitagora e le abbiamo rappresentato la necessità di assumere a brevissimo delle decisioni. La nostra attività di assistenza alle famiglie - spiegano i commissari prefettizi Emilio Buda e Roberta Mancuso - è giunta al termine e non abbiamo più la possibilità finanziaria di procedere. Abbiamo chiesto supporto alla Regione Calabria perché quest'immobile abusivo sta per rovinare su alcuni immobili sottostanti. Ci sono fragilità di carattere sociale alle quali abbiamo chiesto di provvedere quanto meno fino a quando non sarà possibile capire quale è la sorta di quell'immobile. E' una situazione molto critica che va monitorata in modo costante per evitare che le cose possano precipitare e che possano essere coinvolte strutture e famiglie che al momento non sono state coinvolte".

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