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Il tapis roulant è fermo. “Reggio 7.0” vuol sapere perché

L’infrastruttura è chiusa da anni e i cittadini pretendono risposte certe

«Chiediamo di capire qual è il problema». Lo ribadisce con forza Ernesto Siclari presidente di “Reggio 7.0” di fronte all’ingresso del tapis roulant del corso Garibaldi. Il lungo serpentone di ferro e vetro che doveva collegare l’area collinare con il lungomare è fermo da anni mentre la parte sommitale dell’opera, essendo un cantiere abbandonato, maleodorante e poco sicuro, ha beffardamente riassociato il nome della storica via Giudecca all’idea degli antichi ghetti medioevali. E alla gente sembra non interessare. Per scuotere la cittadinanza da questa apatia il movimento che si definisce come continuatore dei valori della Rivolta del ’70 ha organizzato la “Protesta del risveglio”, un presidio all’incrocio nevralgico con il salotto cittadino per manifestare contro l’amministrazione comunale nelle persone dell’ex sindaco Giuseppe Falcomatà e dell’attuale f.f. Paolo Brunetti.
«Sicurezza e degrado sono certamente dei problemi che non ci sfuggono e di cui siamo consapevoli – continua Siclari – però chiediamo di avere delle risposte. Perché la struttura è ancora ferma? Cosa c’è che non va?». C’è poi l’aspetto sociale che è altrettanto preoccupante: «Non è possibile che la cittadinanza si sia così assuefatta al degrado e al fermo di una struttura che poteva avere una valenza trasportistica essenziale specie per le fasce disagiate come i disabili o gli anziani».

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